Coronavirus

Omicron 2: ci si può reinfettare dopo Omicron? Ecco cosa sappiamo

La variante Omicron 2 si diffonde molto velocemente in Danimarca e Inghilterra: chi ha già contratto Omicron potrebbe reinfettarsi? Ecco cosa dice il Report britannico

Omicron 2: ci si può reinfettare dopo Omicron? Ecco cosa sappiamo

Se è vero che la pandemia allenta la sua morsa, almeno in Italia, così non funziona dappertutto: come abbiamo visto sul nostro giornale, infatti, la sorella gemella della variante Omicron, Omicron 2, si sta dimostrando molto contagiosa e diffusiva su alcuni Paesi come la Danimarca e la Gran Bretagna. La mutazione, però, non è associata a forme più gravi della malattia, rappresenta in tutto e per tutto l'attuale situazione epidemiologica ma gli esperti inglesi dell'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito hanno pubblicato un Report di 36 pagine cercando di cogliere gli aspetti salienti.

È possibile reinfettarsi?

Se è vero che chi ha contratto la variante Delta può essersi infettato una seconda volta con la variante Omicron, cosa succede tra le due "gemelle"? Chi prende la prima può reinfettarsi con Omicron 2? Al momento le notizie sono molto confortanti: in Inghilterra "non è stata rilevata alcuna reinfezione da BA.2 confermata dalla sequenza a seguito di un'infezione da BA.1", scrivono gli esperti. Quindi, chi negli ultimi due mesi ha contratto Omicron sarebbe protetto da Omicron 2 "almeno nel breve periodo". Come suggerisce uno studio condotto dal Medical Center di Boston, fin quando (e non è detto) BA.2 non diventa dominante, la possibilità di contrarre nuovamente lo stesso virus è quasi impossibile.

Cosa succede con i vaccini

Omicron 2 elude la protezione dei vaccini sulla malattia lieve come accade per la "gemella" ma senza grosse differenze: come si legge sul Messaggero, se con due dosi di vaccino c'è una riduzione di 23 volte della capacità neutralizzante degli anticorpi per la variante Omicron, con la seconda questa riduzione è di 27 volte. Situazione simile anche con i vaccinati con tre dosi: l'efficacia con Omicron si riduce di 6,1 volte, con la numero 2 fino a 8,4 volte. C'è da dire, comunque, che questi studi sono ancora in fase iniziale e saranno necessari campioni di persone più numerosi per confermare questi numeri o modificarli. Quindi, sebbene la riduzione della protezione con Omicron 2 cala del 25-30% rispetto alla prima, questi numeri non fanno temere per una reinfezione. E poi. un nuovo studio dell'Università di Oxford ha dimostrato che con il booster le due varianti si riescono a neutralizzare allo stesso modo.

"Qualche piccolo vantaggio"

Il rapporto dell'Agenzia britannica, poi, mostra come BA.2 riesca a produrre sintomi mezza giornata prima di BA.1: 3,27 giorno contro 3,72. In entrambi i casi, comunque, c'è un intervallo ridotto anche rispetto alla variante Delta, i cui sintomi cominciano a esordire dopo 4 giorni circa dall'ingresso del virus nelle cellule. Come abbiamo scritto in precedenza, Omicron 2 è già dominante per il 65% in Danimarca, primo Paese europeo dove è "esploso" il contagio. Ma in cosa differisce rispetto all'originale? "Potrebbe essere che BA.2 abbia qualche piccolo vantaggio" in termini di facilità di contagio, 1-3% in più rispetto a quella attuale ha affermato Emma Hodcroft, epidemiologa dell'Università di Berna che ha monitorato le varianti in tutto il mondo durante la pandemia. Con la variante attuale, "condividono molte mutazioni, circa 30, ma hanno anche un mucchio di mutazioni che sono uniche. Sono abbastanza simili, ma sono anche diverse. Così sono molto simili ai fratelli, secondo me. Diversi ma ovviamente imparentati".

Insomma, al momento la situazione rimane ampiamente sotto controllo: l'attuale variante è sequenziata nel 99% dei casi in Italia.

Una diffusione della "sorella gemella", da noi, è ancora abbastanza remota.

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