Gli inquirenti stanno lavorando su nuovi elementi per ricostruire il tragico avvenimento che ha portato alla morte di Fabio Palotti, l'operaio 39enne trovato senza vita dopo essere precipitato nel vano di un ascensore della Farnesina.
Un uomo aveva raccontato agli inquirenti di aver sentito delle urla tra le 18.25 e le 19.00. Inizialmente si pensava che questo fatto fosse avvenuto nello stesso giorno del rinvenimento del cadavere, cioè giovedì 28 aprile, ma secondo la nuova pista pare che il grido di aiuto fosse stato sentito dal funzionario il giorno prima della tragica scoperta.
Secondo gli atti del procedimento del pm, che procede per omicidio colposo al momento contro ignoti, parrebbe che mercoledì 27 aprile i carabinieri avrebbero ricevuto una chiamata da parte di qualcuno che aveva sentito delle urla all'interno della Farnesina. Non appena arrivati sul posto gli agenti avevano fatto un rapido sopralluogo per capire da dove venisse l'urlo ma non avendo trovato nessuno non avevano indagato sul fatto. Il giorno dopo invece è avvenuto il ritrovamento.
Un dato in più farebbe pensare che l'uomo possa essere morto il mercoledì e non il giovedì: l'ora della segnalazione del funzionario alle forze dell'ordine corrisponde all'incirca all'ultimo segnale del telefono della vittima. Una coincidenza che potrebbe essere decisiva nell'indagine.
Per fare chiarezza sui fatti questa mattina è stata svolta l'autopsia sul corpo della vittima presso il Policlinico Gemelli. Dalle analisi è emerso che l'operaio è morto sul colpo per gravissime lesioni da schiacciamento.
È ancora importante chiarire se il decesso risalga già a quel mercoledì pomeriggio, quando il telefonino ha smesso di essere attivo. Per quanto riguarda la sicurezza del posto dove stava lavorando da solo il Palotti, il pm ha disposto una consulenza sul funzionamento della cabina ascensore dove è avvenuto l'incidente.
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