Cronache

Eitan, intesa tra le famiglie: per ora rimane in Israele

I nonni e gli zii paterni si contendono in aula la custodia del bambino. Le difese affidate al legale di Netanyahu e al presidente dell''Ordine israeliano. Il processo si giocherà su "residenza abituale" del bambino e sulla "responsabilità genitoriale"

Eitan, intesa tra le famiglie: per ora rimane in Israele

Il piccolo Eitan per ora in Israele, sotto la gestione condivisa delle due famiglie . È quanto deciso durante la prima udienza del processo iniziato questa mattina a Tel Aviv. Fino all'8 ottobre, giorno in cui è fissata la nuova udienza, il bimbo rimarrà nel Paese dove il nonno Shmuel Peleg l'ha portato, sottraendolo alla custodia della zia paterna e tutrice legale Aya Biran. Prima di entrare in aula, la zia ha detto: "Voglio vedere mio nipote a casa, sono preoccupata per lui ", ha detto prima di entrare in aula.

I nomi dei legali assunti dalle parti sono di spicco: a difendere i Peleg ci sarà Boaz Ben Tzur, che è anche l'avvocato dell'ex premier Benjamin Netanyahu nel processo per corruzione; i Biran si sono affidati ad Avi Himi, presidente dell'Ordine degli avvocati israeliani. Al centro del processo ci sarà unicamente la domanda di restituzione del minore secondo i termini stabiliti dalla Convenzione dell'Aja: entro sei settimane (ma senza contare ricorsi e appelli), la giudice Iris Ilotovich-Segal dovrà stabilire se Eitan ha effettivamente "residenza abituale" in Italia e se la zia Aya sia "titolare della responsabilità genitoriale". Questi sono anche i due argomenti su cui i legali dei nonni costruiranno le proprie tesi, dato che, secondo molti esperti, le argomentazioni sull'educazione e l'identità ebraica non avranno un peso rilevante in aula.

Ilotovich-Segal è giudice del tribunale della famiglia del distretto di Tel-Aviv nel 2017. Dopo aver prestato servizio militare come ufficiale delle Forze della difesa israeliana dal 1989 al 1992, nel 1997 si è laureata in giurisprudenza nel 1997 all'Università di Ramat Gan. Per quindici anni è stata professoressa all'IDC Herzliya, l'unica università privata d'Israele. L'udienza che ha presieduto oggi era inizialmente prevista per il 29 settembre, ma è stata anticipata ad oggi - nella settimana della festa del Sukkot - per via "dell'urgenza che il tribunale riserva al caso".

È stato il primo atto della battaglia in aula sul piccolo Eitan, utile forse per capire le intenzioni del giudice sul futuro del bimbo.

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