Cronache

La protesta, l'escalation in 8 giorni: chi c'è davvero in piazza a Trieste

Lo sgombero della polizia con idranti e lacrimogeni ha spostato la protesta di Trieste in città, ma di portuali ne sono rimasti pochi

La protesta, l'escalation in 8 giorni: chi c'è davvero in piazza a Trieste

Alla fine la polizia ha sgomberato il molo di Trieste occupato dai manifestanti venerdì 15 ottobre a partire dalla mezzanotte. La protesta vera e prorpia, però, ha avuto inizio lo scorso 11 ottobre, con una manifestazione partecipata che ha riempito le piazze e le vie di Trieste con oltre 15mila persone. Sgomberato il porto, i manifestanti si sono spostati in piazza Unità d'Italia ma di portuali ne sono rimasti ben pochi. In città si è spostato Stefano Puzzer, il leader del movimento dei lavoratori del porto, che sono rimasti in netta minoranza a manifestare. Inizialmente erano 260 i portuali ma questa mattina in porto ne sono stati contati una trentina. Alcuni no green pass presenti al porto di Trieste durante lo sgombero sono stati identificati dalle forze dell'ordine. Al momento nessun fermo o arresto.

Il 14 ottobre il Coordinamento No Green Pass Trieste "a seguito del mancato accoglimento delle richieste presentate al Governo" annuncia l'intenzione di appoggiare i lavoratori portuali nella decisione di bloccare lo scalo, azione che si è concretizzata il 15 ottobre ma senza un blocco fisico. "Non c'è nessun blocco, chi vuole lavorare lo fa", ha detto Puzzer. Per 48 ore il presidio è andato avanti pacificamente ma il 17 ottobre Puzzer, contestato per avere sciolto il presidio, che poi è ripreso, ha annuncia le dimissioni dal vertice del Comitato lavoratori portuali Trieste. Il resto è storia di questa mattina.

Nonostante il porto sia stato ormai liberato e stia tornando alla sua operatività, i portuali non arretrano e hanno annunciato che proseguiranno nella loro protesta. Lo sciopero andrà avanti fino a giovedì 21 ottobre, un giorno in più rispetto a quanto dichiarato in precedenza. I presidi al porto non potranno più essere effettuati, la polizia ha messo in sicurezza l'area dopo lo sgombero con lacrimogeni e idranti. In piazza sono presenti tra le 3000 e le 5000 persone in sit-in: molte persone comuni, qualche portuale, antagonisti di sinistra e qualche manifestante di destra. Qualcuno prega, qualcuno scandisce slogan. Il leader dimissionario del Coordinamento dei lavoratori portuali triestini ha invitato tutti a stare seduti.

"Abbiamo girato la città, non ho visto una persona comportarsi in modo deplorevole. Abbiamo camminato tranquilli fianco a fianco, come siamo rimasti in queste giornate fuori dal porto. Se adesso vogliono dimostrare veramente all'Italia intera che vogliono fare di nuovo quello che hanno fatto in porto, adesso state fermi come vi ho detto ieri. Riposatevi, state tranquilli un attimo, rilassatevi e aspettiamo che arrivino anche gli altri nostri fratelli", ha detto Stefano Puzzer al megafono invitando tutti alla calma. Poi ha aggiunto: "Stiamo seduti, tranquilli, e intanto pensiamo cosa fare. Siamo arrivati alla fine del diritto della persona umana".

Intanto i fatti di questa mattina a Trieste hanno mobilitato altre piazze d'Italia e già nel pomeriggio è stato annunciato un presidio di no pass a Torino a supporto dei lavoratori portuali a partire dalle 18. Già sabato, durante la manifestazione dei no green pass torinesi, gli organizzatori avevano rivolto un appello perché chi era in condizioni di poterlo fare si recasse a Genova e Trieste e, questa mattina, una delegazione è già partita alla volta del porto ligure mentre per metà settimana è annunciata un'analoga iniziativa in direzione Trieste.

L'escalation di manifestazioni mette in allarme le forze dell'ordine e ora si ipotizzano nuove ondate di manifestazioni nelle città.

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