Cronache

Il rapper rapinatore: "Ho cambiato vita, ora sono ricco"

Il rapper ora chiede i domiciliari in attesa del processo e si difende dalle accuse di aver preso parte alle rapine di Milano

Il rapper rapinatore: "Ho cambiato vita, ora sono ricco"

Zaccaria Mouhib, in arte di Baby Gang, è uno dei rapper arrestati con l'accusa di aver compiuto quattro rapine tra maggio e luglio a Milano e in provincia. A differenza degli altri due, per i quali l'ordine di custodia cautelare prevede i domiciliari, per lui il gip ha deciso per il carcere. Le considerazioni del gip sono state molto nette sul'operato di Mouhib e degli altri due, che per il giudice hanno agito "facendosi forti della forza intimidatrice del numero dei partecipanti" e in un caso usando anche la violenza "modalità che depongono per azioni delittuose certamente non occasionali da parte di soggetti adusi alla realizzazione di reati contro il patrimonio e comunque segnale di una particolare spregiudicatezza sintomo di una concreta pericolosità sociale".

Ma Mouhib, durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Milano Manuela Scudieri, assistito dall'avvocato Niccolò Vecchioni, ha respinto ogni accusa negando il suoi coinvolgimento nelle rapine che gli vengono attribuite. Ha detto di aver "cambiato vita" e di aver raggiunto una "stabilità" economica anche grazie alla firme di diversi contratti discografici per centinaia di migliaia di euro. Per questo motivo avrebbe cambiato vita e non sarebbe più la stessa persona che viveva di reati, come le rapine. Ora dice di non averne più "bisogno". Eppure, Baby Gang è stato riconosciuto insieme ad Amine Ez Zaaraoui, noto come Neima Ezza, e Samuel Matthew Dhahri, detto Samy, dalle vittime delle rapine.

Dopo l'interrogatorio, i difensori del rapper hanno chiesto per lui la revoca della misura cautelare, ossia la scarcerazione e in subordine i domiciliari. Gli avvocati puntano soprattutto sul fatto che sull'unica rapina riconosciuta dal giudice a carico del 20enne nell'ordinanza, ossia quella del luglio scorso a Vignate (Milano), non ci sarebbero elementi che dimostrano che lui era là quando veniva compiuto il reato. Il ragazzo, infatti, ha dichiarato che quel giorno si trovava in viaggio in auto sull'autostrada che porta a Rimini. Inoltre, la difesa si basa sul fatto che dai dati sulle celle telefoniche agli atti dell'indagine si evince solo che lui era a Vignate alle 13.38, ossia "ben 7 ore prima della rapina" che gli viene attribuita.

Zaccaria Mouhib si sarebbe trovato nella cittadina dell'area milanese per un pranzo insieme a un amico da cui aveva dormito la notte precedente, prima di mettersi in viaggio per raggiungere Rimini, come dimostrerebbero i suoi post social.

La rapina di Vignate è l'unica per la quale ora Zaccaria Mouhib sarebbe sotto accusa, perché le celle telefoniche hanno accertato che il giovane, nel giorno della rapida alle Colonne di San Lorenzo, era a Vimodrone.

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