Cultura e Spettacoli

Ariosto è il creatore del fantasy. E "Dice Angelica" ce lo ricorda

"Dice Angelica", il romanzo di Vittorio Macioce, rammenta a tutti il ruolo che l'Italia e Ariosto hanno avuto nella genesi del genere fantasy

Ariosto è il creatore del fantasy. E "Dice Angelica" ce lo ricorda

Ludovico Ariosto era emiliano, mentre Vittorio Macioce proviene da una Valle. Sono italiani e creatori di mondi. In comune, da qualche tempo, hanno pure Angelica, che è reale quanto un'ossessione. L'autore del libro ne è convinto. L'editorialista e caporedattore de Il Giornale, col suo "Dice Angelica", che è stato pubblicato per Salani, reinterpreta l'Orlando Furioso, parte dell' Innamorato di Boiardo e tutti i romanzi che preludono. Macioce ha un rapporto personale con l'intero ciclo carolingio, che non è compostp da soli due libri ma da un genere sano. Ci è sprofondato dentro, in realtà, ma mantenendo il grado di distanza che il narratore deve. Il romanzo alterna la voce di chi scrive a quella della figura femminile. Angelica è colei attorno cui ruota tutto. É il vortice dei due poemi cavallereschi, la donna irrisolta che non ha ancora trovato se stessa. Il contrario di Bradamante che, come si scoprirà nel proseguo della trama, è donna compiuta. Ma la ragazza che proviene da Oriente non aveva mai detto la sua. Macioce le ha aperto il microfono, permettendole la sua versione. É il fuggire di Angelica, del resto, che scatena gli eventi. Senza quel passaggio, nulla avrebbe avuto inizio. Un po' come la storia del battito d'ali di una farfalla che scatena un tornado in Texas.

Il lettore può perdersi, come avviene tra le pagine del Furioso e come succede quando si accede ad un microcosmo. La chanson de geste è un sistema di racconti legati dal fil rouge della passione: bisogna starci dietro. I cantastorie hanno poste le basi, i pupari siciliani continuano imperterriti, Macioce, che di storie se ne intende, ha riportato in auge un baludardo della letteratura patria. Lo ha fatto con lo stile ipnotico e la ritmica tipica. Quelli che chi frequenta queste parti dovrebbe conoscere bene. L'Ariosto è insomma un patrimonio nazionale. Lo scrittore, con il suo romanzo d'esordio, lo ha rammentato a tutti. Magari consapevole che quel che rimane nelle menti degli italiani può non essere esaustivo: ammettiamolo. Forse Orlando e le sue gesta vengono raccontate male nelle scuole. Per il Furioso non c'è l'inflazione della Commedia e dei Promessi sposi. Ecco, questo del recepire poco o male è un rischio che con l'opera in questione non si corre: chi legge "Dice Angelica" subisce un un processo di infatuazione che è inevitabile. Al contempo, il lettore scopre pure come tanti degli archetipi dei nostri tempi abbiano origine tra quelle vicende. Il paniere di personaggi sembra senza fine. "Io canto le donne, i cavalieri, le imprese militari, gli amori, le imprese cortesi e audaci che ci furono nel tempo in cui i mori d'Africa passarono il mare e fecero tanti danni in Francia, seguendo le ire e i furori giovanili del loro re Agramante, che si vantò di vendicare la morte del padre Troiano...": il proemio dell'opera è un manifesto che avrebbe trovato le sue fortune nel genere fantasy, E questo Ariosto non poteva immaginarlo.

Dice Angelica

A Merlino, per dire, è vietato l'amore. In teoria, il mago lo controllerebbe ma, quando l'amore capita a lui, gli sfugge in maniera quasi inesorabile. Merlino, che costruisce la fonte dell'amore e che quindi è persino capace di generarlo quel sentimento, si innamora di Viviana, alla quale rivela ogni segreto. Finirà per umanizzarsi, mentre Viviana sarà Merlino nella sua forma più potente. L'amore spezza il ritmo della storia di Silente di Harry Potter e, in una certa misura, decanta la vicenda di Gandalf ne Il Signore degli Anelli. Albus, ha svelato la Rowling, scatenando non poche critiche, era innamorato di Grindelwald, che rappresenta però la nemesi del mago buono. Silente sarà costretto a combattere il suo desiderio, uno sforzo contronatura. E Grindelwald finirà in una torre, come Rinaldo, ma per segno inverso perché cattivo. L'amore di Gandalf per Galadriel è invece celato. Si intravede, ma in realtà non esiste. Perché il mago di Tolkien è un Orlando che non impazzisce mai. L'amore è l'unico divieto dei maghi di tutti i tempi e Macioce ce lo ricorda. Atlante ed i suoi palazzi riecheggiano Saruman e le sue torri. Le infinite stanze ricordano le macchine altrettanto infinite con cui lo stregone malvagio sconvolge gli hobbit della Terra di mezzo. Solo che quella di Atlante è una metafora esistenziale, mentre quello di Saruman è un disegno cieco. É l'iperproduzione, in questo caso, ad accomunare le due figure.

Poi, certo, c'è l'eroe. Harry Potter non perderà mai il suo equilibrio, se non dinanzi ai primi amori. Il piccolo Harry rischia la morte già nella Camera dei segreti: vuole salvare la vita alla donna che sposerà, pure se è poco più di un bambino. Ma Potter è un Orlando con più discernimento, non perde il senno e conquista l'amata. Frodo, invece, è un altro che non può permetterselo l'amore. La colpa è di un anello diverso da quello di Angelica ma che è pur sempre un vincolo disposto a svelare la realtà, come asserisce Macioce in chiusura di libro. Frodo è un'Angelica che non troverà il suo Medoro, preferendo il ritiro contemplativo. Ruggero è un personaggio ribaltato dall'amore di Bradamante. Succede pure a Piton, il principe mezzosangue, che nasce serpeverde ma che per amore si converte a grifondoro mimetizzato. Ruggero, da pagano, sarà cristiano profetizzato. Astolfo vola sulla Luna ed anticipa Star Wars. É uno Han Solo delle origini, pure se non lo sa. Lotta per la "resistenza", che va cercando l'intelletto perduto del migliore dei suoi. Han Solo cerca Luke. Ariosto e l'Italia hanno inventato il fantasy e Macioce se n'è accorto. Rinaldo ha qualcosa di John Snow del Trono di Spade e qualcosa di Aragorn: vaga come il secondo e si sente fuori luogo come il primo. "Tu non sai niente Rinaldo". Se andate cercando gli "Animali fantastici", poi, trovate l'Ippogrifo, che la Rowling ha ripreso bello e buono. Gradasso è un re senza misura: è Theoden prima di guarire dall'incantesimo ed è Daenerys Targaryen quando, cavalcando i suoi draghi, decide che distruggere tutto vale più di un regno. Brunello nasce nano e muore re. Tyrion Lannister nasce nano e finisce primo cavaliere. Re no, ma quasi per scelta sua. Ha detto Macioce ad Incipit, su Sky Tg24, che l'Orlando Furioso ha la trama perfetta per un videogioco ed ha ragione. A ben vedere, ha la trama perfetta per molte passioni della contemporaneità. L'ispirazione da Ludovico Ariosto ha cosparso il fantasy per l'interezza.

Angelica no: lei ha già ispirato tutti i paladini di Carlo e le basta così.

Commenti