Cronache

Trovata lapide che Hitler commissionò per la morte di Bruno Mussolini

Sulle Alpi Apuane, in Toscana, sarebbe stata trovata la lapide che il Führer fece realizzare per ricordare Bruno Mussolini, figlio terzogenito del duce scomparso nel 1941 a seguito di un incidente aereo a Pisa. La Soprintendenza ne verificherà l'autenticità

La lapide commissionata da Hitler per il terzogenito di Mussolini
La lapide commissionata da Hitler per il terzogenito di Mussolini

Sulle Alpi Apuane sarebbe stata rinvenuta la lapide di Bruno Mussolini, commissionata da Adolf Hitler per ricordare il figlio del duce scomparso prematuramente ottantuno anni fa in Toscana. L'ha annunciato l'ex-sindaco di Vagli Sotto (Lucca) e oggi consigliere comunale Mario Puglia. Il politico toscano aveva già annunciato lo scorso settembre, tramite un post pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale, la volontà di procedere con le ricerche per il reperto che a suo dire si trovava ancora in quella zona. E in qualità di presidente del Comitato di Pietra, aveva anche lanciato una sorta di "referendum online" in caso di eventuale ritrovamento, interrogando gli utenti sulla possibilità di esporla in pubblico.

Un quesito che tornerà con tutta probabilità tornerà presto d'attualità, visto che proprio nelle scorse ore sarebbe stata localizzata dalla "squadra" di ricerche in un'area del Monte Tambura che dopo l'8 settembre ospitava numerose fortificazioni tedesche. La stele funeraria, che a detta dell’ex-primo cittadino venne commissionata nel 1944 dallo stesso Hitler, doveva rappresentare un omaggio del Führer a Benito Mussolini, ricordando il figlio terzogenito morto il 7 agosto del 1941 a seguito di un incidente aereo a Pisa. Il manufatto non riuscì mai a raggiungere Roma per le difficoltà del Paese e la concomitante guerra di Liberazione, restando dispersa tra le varie cave presenti sulle Apuane. E a sgomberare il campo dall'ipotesi che possa trattarsi di un falso è lo stesso Puglia, facendo presente come la lapide sia stata incisa con una tecnica ormai in disuso.

"Tutto è partito grazie a una testimonianza di un alpino quasi centenario, che nel ’44 era inquadrato in un’unità dell’esercito della Rsi nella zona fortificata del Monte Tambura. All’epoca dei fatti aveva diciotto anni e ci aveva raccontato più volte dell’esistenza di questo reperto storico, occultato con grande perizia, vista l’impossibilità di essere spostato in sicurezza per motivi bellici" - ha spiegato Puglia al quotidiano La Nazione - dove si trova adesso il cippo? Non posso dare indicazioni precise sul luogo esatto per motivi di sicurezza. Posso solo dire che lo abbiamo nascosto molto bene dopo averlo trasportato giù lungo il Monte Tambura per evitare di suscitare troppa curiosità, in attesa che la Soprintendenza ne prenda visione. Posso solo dire che non dovrà lasciare il comune di Vagli per prendere altre strade, non lo permetteremo. Si tratta di un pezzo di storia della nostra terra".

A questo punto la palla passerà alla Soprintendenza, in attesa di ulteriori sviluppi.

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