Cronache

Semilibertà al killer di Graziella Campagna. Il fratello: "Mi vergogno di essere italiano"

La ragazzina era stata uccisa nel 1985 nel Messinese dalla mafia. Una fiction aveva raccontato il dramma vissuto dalla famiglia: la ragazza aveva riconosciuto un boss latitante

Pietro fratello di Graziella Campagna
Pietro fratello di Graziella Campagna

"L’ergastolano Giovanni Sutera potrà lasciare il carcere per fare volontariato". Il killer di Graziella Campagna, la ragazzina che nel 1985 fu uccisa dalla mafia nei pressi di Forte Campone, vicino Messina, quando aveva solo 17 anni, sarà presto in semilibertà. La notizia sviscera la sua famiglia, rappresentata in prima persona dal fratello di Graziella, Pietro Campagna, che negli anni si è battuto per ottenere la condanna degli assassini della sorella.

Il dramma di 37 anni fa

È la sera del 12 dicembre 1985, fa freddo e Campagna sta affrettando il passo per tornare a casa. Lì l'aspettano la madre e il fratello per cena. La 17enne ha da poco trovato lavoro in una lavanderia e ogni giorno affronta la spola tra Saponara, nel Messinese, e Villafranca Tirrena. I minuti passano, il cibo si sta raffreddando. La madre si fa pensierosa, il fratello guarda fuori dalla finestra. Perché Graziella ci mette tanto a tornare? L'attesa diventa inquietante quando passano ore. Pietro mette il giubbotto e va a cercare la sorella. Il suo corpo senza vita viene trovato due giorni dopo a Forte Campone, trivellato da diversi colpi di pistola.

Qualche tempo dopo si saprà la verità: Graziella Campagna era diventata, a sua insaputa, una testimone scomoda. Qualche giorno prima aveva trovato in lavanderia un’agendina che nascondeva dei segreti più grandi di lei. Apparteneva a un cliente che si faceva passare per l’ingegnere Cannata, ma in realtà era il boss latitante Gerlando Alberti junior. Ironia della sorte: si nascondeva a pochi passi dalla caserma dei carabinieri. Non poteva rischiare, quella ragazzina doveva essere eliminata e così, durante la sera di dicembre, cinque colpi di lupara sparati a bruciapelo uccisero la 17enne. Per l'omicidio a sfondo mafioso era stati arrestati Giovanni Sutera e Gerlando Alberti junior.

Durante gli anni il caso è stato spesso al centro di dibattiti e indignazioni. Nell’89, i due, erano stati prosciolti. Furono le indagini private del fratello Pietro Campagna e le inchieste di Chi l’ha visto? a far riaprire il caso. Nel 2004 i due sono stati condannati all’ergastolo. La vicenda giudiziaria però ha avuto dell'incredibile: grazie all’indulto e a un ritardo nel deposito della sentenza tornarono in libertà. Quattro anni di rabbia e dolore: nel 2008 la decisione definitiva e il carcere.

Killer in semilibertà

Qualche giorno fa arriva la notizia come un fulmine a ciel sereno: il palermitano Giovanni Sutera, uno degli assassini di Graziella, ha ottenuto la semilibertà. Potrà lasciare il carcere per fare volontariato. "L’hanno uccisa una seconda volta, se Sutera è uno degli esecutori materiali del delitto, lo Stato è l’esecutore morale. Ho stracciato la tessera elettorale e mi vergogno di essere italiano… vorrei che fosse solo un sogno". Sono queste le parole che Pietro Campagna ha riservato dopo la scelta del tribunale. Una rabbia che deriva anche dal comportamento dell'ergastolano in carcere: "Non hanno mai collaborato, non fanno i nomi degli insospettabili che li coprivano. E ora vengono pure premiati". Una seconda vittoria per la mafia dato che "tra le tante stranezze dei processi, Sutera per il delitto di mia sorella non ha scontato più di dieci anni".

La fiction sulla morte della ragazza

Tra le persone che si sono strette attorno al dolore della famiglia, c'è anche Beppe Fiorello, protagonista della fiction sulla tragedia della 17enne. L'attore interpretava il ruolo di Pietro e per quegli istanti sembrava che la sofferenza dell'uomo fosse la sua. "Mi è stato sempre vicino. Mi ha chiamato per dirmi che era sconcertato e indignato - e conclude - Non posso dimenticare, come non posso dimenticare le urla strazianti di mia madre.

Spesso la notte mi sveglio e le sento ancora".

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