Cronache

S'ingrossa la flotta buonista: in mare una nuova Ong

L'Ong di Gherardo Colombo, Resq-People Saving People, annuncia: abbiamo una nave. Si tratta della vecchia Alan Kurdi

S'ingrossa la flotta buonista: in mare una nuova Ong

Avanti un altro. Non è un programma tv, in questo caso, ma l'ultima puntata della lunga telenovela sulle Ong nel Mediterraneo. La flotta di navi umanitarie, infatti, si è appena ampliata con l'arrivo della Resq People, un'imbarcazione di 39 metri già conosciuta dalle parti della Libia.

A metterla in mare è l'Ong Resq-People Saving People, l'organizzazione di cui è presidente onorario l'ex magistrato milanese Gherardo Colombo. Tecnicamente non si tratta di una "nuova" nave, nel senso che lo scafo ha già solcato il Mediterraneo sotto le insegne della tedesca Sea Eye ed era chiamata, a suo tempo, Alan Kurdi. Ricordate? Quel nome, oltre ad essere legato alla tragedia del naufragio in cui perse la vita il piccolo bambino trovato riverso sulla spiaggia, è famoso anche per l'inchiesta che colpì l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. Era il 3 aprile del 2019 e l'Ong soccorse al largo della Libia 64 migranti da un gommone alla deriva. Il Viminale impedì lo sbarco in Italia, la nave restò 10 giorni al largo e infine fece rotta verso Malta, per poi distribuire i migranti tra Germania, Lussemburgo, Francia e Portogallo. Non fu l'unico braccio di ferro, altri ce ne sarebbero stati in seguito. Ma quello costò al leghista, e al suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi, un'indagine per abuso d'ufficio e rifiuto di atti d'ufficio. Posizione poi archiviata dal Tribunale dei ministri.

Insomma, ora sotto nuove spoglie la Alan Kurdi torna a navigare. "Abbiamo la nave! Ecco la Resq People", ha esultato l'Ong di Colombo che ottenne anche il sostegno delle Sardine di Mattia Santori. Il progetto parte da lontano: il battesimo dell'associazione risale al luglio dell'anno scorso. Da quel giorno è partita la ricerca dei fondi e dei mezzi per salpare. Sul sito vengono spiegati i costi dell'operazione: 1 milione di euro per mettere in mare l'imbarcazione e sostenerla per tre mesi di missione. Per un anno invece serviranno 2,5 milioni di euro. Non proprio spiccioli. Di questi, 350mila euro erano stimati per l'acquisto della nave, 250mila per adeguarla alle operazioni, 5mila per i 500 salvagenti da usare durante le operazioni Sar, 60mila euro per comprare i 2 tender veloci e altri 15mila per tutte le altre attrezzature. "Siamo orgogliosi di entrare nella flotta civile e di farlo raccogliendo il testimone della Alan Kurdi - dicono dall'Ong - grazie agli amici di Sea Eye per il supporto e la collaborazione! La nave cambia nome e organizzazione, la missione rimane la stessa: salvare persone. Abbiamo la nave! E ora avanti tutta, per farla navigare". L'ancora verà levata nei prossimi giorni. "ResQ è nata per un motivo molto semplice: chiunque di noi, se stesse rischiando la vita in mezzo al mare vorrebbe una mano tesa in soccorso - dice Colombo - Nasce per salvare bambini, donne e uomini, per praticare diritti e tutelare la dignità umana.

Siamo felici di poter salpare presto e fare la nostra parte nel Mediterraneo centrale: soccorrere è un obbligo, essere soccorsi un diritto".

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