Sos scuole, a Roma otto istituti su dieci non sono a norma

A pochi giorni dalla prima campanella oltre il 60% delle scuole romane necessita di interventi urgenti di manutenzione. E otto istituti su dieci non hanno le certificazioni antisismiche

Sos scuole, a Roma otto istituti su dieci non sono a norma

A Roma e nel Lazio si torna tra i banchi di scuola. Ma il suono della campanella già si trasforma in allarme. Secondo i dati diffusi dal Codacons, infatti, più dell'80 per cento delle scuole di Roma e provincia non dispone delle certificazioni antisismiche. Anche quello di agibilità manca nell'83,1 per cento delle strutture, mentre il 77,4 per cento delle scuole non dispone del certificato di collaudo statico. Insomma, secondo Mario Rusconi, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi di Roma e del Lazio, sarebbero almeno 900 gli edifici che “qualora si andassero a verificare tutte le condizioni di sicurezza” non dovrebbero essere aperti. “Chiaramente - specifica Rusconi - una scuola che non ha la documentazione non è necessariamente a rischio”. Tuttavia, in questo Paese, siamo stati troppo spesso increduli spettatori di tragedie annunciate.

La manutenzione ordinaria e straordinaria, poi, fa acqua da tutte le parti. E non è solo una metafora. Nella succursale del liceo scientifico Isacco Newton, in via dell’Olmata, c’è un magnifico terrazzo che affaccia sulla Basilica di Santa Maria Maggiore. È inagibile. Buona parte dei canali di scolo sono otturati da guano di uccelli e detriti. L’acqua si accumula a terra e si insinua nelle intercapedini. Un problema, questo, segnalato più e più volte a Città Metropolitana che non è ancora intervenuta. Il risultato? L’umidità sta via via penetrando nei muri. Crepe e muffa affiorano dalle pareti e rosicchiano l’intonaco. C’è persino un’aula che, ormai da tre anni, è inagibile. “Quando accadono cose del genere - spiega allargando le braccia la preside Cristina Costarelli - non posso far altro che segnalare il problema ed interdire lo spazio”. La cautela, in situazioni simili, non è mai troppa. “Lo scheletro dell’edificio- spiega Rusconi, che del Newton è stato preside fino a cinque anni fa - è di cemento armato, proprio come il ponte Morandi, e con le infiltrazione di acqua rischia di disgregarsi”.

Anche il resto della scuola è abbastanza fatiscente (guarda il video). Il cortile, ad esempio, è calpestabile solo per metà. Il centro, infatti, è invaso da tronchi d’albero e fogliame. “È un ricordo della neve dello scorso inverno”, ironizza Roberto Ingravalle, professore d’inglese. Ed anche stavolta, il problema è stato segnalato in diverse occasioni. Eppure, a distanza di più di sette mesi, nessuno è ancora intervenuto. Un lasso di tempo, questo, che tutto sommato appare irrisorio al cospetto delle disavventure del laboratorio di chimica. E pensare che, una volta, era il fiore all’occhiello dell’istituto. È costato un patrimonio: circa 100mila euro. I soldi, per altro, li avevano sborsati i genitori degli alunni. Ormai è inagibile da quattro anni. Nel 2014 il solaio è sprofondato. Per fortuna non si è fatto male nessuno però, da allora, l’accesso alle classi è stato giustamente interdetto. La remise en forme risale allo scorso anno ma, spiega Ingravalle, “gli operai non hanno provveduto né a riagganciare gli allacci di luce e gas alle postazioni, né a rimuovere i calcinacci”. E quindi, nonostante i lavori, l’aula è ancora off limits.

A queste problematiche, poi, si aggiungono cumuli di vecchie suppellettili scolastiche ammonticchiate qui e lì, che nessuno viene a recuperare. Alcune di queste “mini-discariche” giacciono lungo i corridoi da quasi un lustro. “I tempi di attesa degli intervenuti sono lunghissimi”, attacca Rusconi, puntando il dito contro la burocrazia all’italiana. Qualche giorno fa è stato ricevuto dal leghista Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione ed ex provveditore agli studi di Milano. “Mi ha detto che hanno fatto una ricognizione dei fondi ed hanno scoperto che i soldi stanziati per le strutture scolastiche sono molti, ma non sono stati spesi dai governi precedenti perché le procedure burocratiche sono enormi”. Adesso, sembra che da viale Trastevere le disposizioni siano quelle di “snellire le procedure”.

Anche perché, ribadisce il numero uno dei presidi di Roma e Lazio, “noi lavoriamo sempre e solo sull’emergenza, quando succede qualche disastro, e non è possibile”. D’altronde, la storia non è solo una materia scolastica ma, come diceva qualcuno, anche una maestra di vita.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica