Quindi, oggi...

"Covid? Meloni non mente", fico secco di Concita e i Marò: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: l'alunno preso a pugni, la norma anti-rave party e la causa di Massimiliano Latorre

"Covid? Meloni non mente", fico secco di Concita e i Marò: quindi, oggi...

- Sono serio: Repubblica intervista un tizio secondo cui “i rave sono cultura”. Guardatevi i video dalla serata di fattoni mandati in onda da Fuori dal Coro e vi renderete conto che lì c’è solo la cultura dello sballo e dell’occupazione abusiva di una proprietà privata. Difenderli è da pazzi.

- La verità è che il rave party di Viterbo di un anno fa non vi indignava perché i giovani rischiavano di morirci strafatti di stupefacenti, ma perché immaginavate potesse esserci un focolaio Covid. Oggi dunque lo accettate, ieri invece vi faceva schifo e volevate le sgombero. Patetici.

- Io non voglio fare il saputello, ma è evidente che Concita De Gregorio non ci ha capito un fico secco della norma anti-rave. Cito: l’obiettivo sarebbe punire “feste private, se stiamo alla lettera del testo: persino un addio al nubilato a casa di amici (‘edificio altrui, privato’)”. Problemi di comprensione del testo? Si vada a leggere il testo in Gazzetta Ufficiale (sa cos’è?): nel decreto si punisce “l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati”. “Invasione arbitraria”: che caspiterina c’entra l’addio al nubilato in casa di amici?

- Vorrei dirvi che in alcuni regolamenti condominiali è fatto divieto ai bambini di riunirsi in cortile per giocare a pallone negli orari di riposo (ai bambini!). Per caso qualcuno si è mai lamentato di questa disposizione liberticida?

- Che poi sarò sincero: fossi stato nel governo, non avrei introdotto un reato nuovo. Che noia ‘sti nuovi reati. Né tantomeno avrei aumentato le pene. Semmai avrei fatto una cosa più specifica: per organizzare un evento simile servono già le autorizzazioni ed okkupare un immobile privato è già un reato. Basta applicare questo principio: se le misure non sono rispettate (sicurezza, igiene, presenza di ambulanze, rispetto della quiete pubblica), allora interviene la polizia. Ma sul serio: se non te ne vai dopo due avvertimenti, si sgombera senza tanti complimenti. Ve gusta?

- Ha ragione Renzi, il quale torna a cucinarsi Enrico-Letta-stai-sereno: “Per effetto della strategia fallimentare di Letta, al governo c'è la Meloni. Il Pd ha scelto di non fare nessun tipo di coalizione. Se siamo a questo livello nel paese, si deve a Enrico Letta. Ha dimostrato che di strategia politica non è ferrato, è bravo al Subbuteo”. Analisi perfetta.

- Vi racconto questa storia. Un giornalista scrive un finto emendamento alla legge anti-rave immaginando che il divieto si applicasse solo ai raduni con musica “non autoctona”. Condivide il tutto sui social senza mettere indicazioni sul fatto che fosse uno scherzo. Molta gente ci crede, tanti la condividono, quasi ne nasce un caso. Alcune ore dopo il cronista tira fuori la storia dell’esperimento sociale e del post alla Lercio. Va bene. Ok. Però se l’avessero fatto altri, adesso avremmo schierate le truppe cammellate del “hanno stati gli hacker russi” con fiumi di inchiostro sul pericolo della fake news per la nostra democrazia. Sbaglio?

- Un alunno si mette alle spalle di un professore e lo deride davanti alla classe. Lui se ne accorge e reagisce con un pugno, pare, allo stomaco. Sospeso. Certo: il prof. ha sbagliato, ma mi auguro che al pugno i genitori abbiano aggiunto una sacrosanta dose di ceffoni. Lo so, resterò deluso.

- Il Pd dimostra che tutto questo ambaradan per la norma contro i rave party è una battaglia ideologica, non nel merito. Mi spiego: se ti stesse davvero a cuore il nocciolo del problema, evitare cioè situazioni di illegalità senza però mettere a rischio il diritto di manifestare, presenteresti in Parlamento un emendamento “migliorativo” del decreto. Viste anche le aperture della maggioranza. Invece Serracchiani che fa? Annuncia un emendamento abrogativo che lascerà la legge così come è, ma permetterò al Pd di fare una rivendicazione identitaria. Bella strategia (da perdenti).

- Tornano i Marò. Massimiliano Latorre potrebbe chiedere i danni allo Stato per averlo rimandato in India dove si teneva il processo e dove, se condannato, rischiava la pena di morte. I due marò erano stati autorizzati dal Tribunale indiano a tornare in Patria: un Paese normale li avrebbe tenuti a casa, se necessario processati, ma difesi. Invece l’allora governo di Mario Monti decise di rispedirli a New Dehli, prolungando l’agonia di una storia assurda. L’allora ministro degli Esteri Giulio Terzi si dimise. Qualcuno per caso intende chiedere conto del disastro al senatore a vita Monti?

- Dice il matematico Marco Roccetti, ordinario di Scienza dei dati all'Università di Bologna: Sui morti per Covid in Italia (“siamo tra i peggiori del mondo”), “Meloni non ha mentito, ha solo evitato di specificare il contesto. I dati parlano chiaro. Se si prende il numero cumulativo di decessi a partire da inizio pandemia fino ad arrivare ai giorni nostri, secondo i dati di Our World in Data, l'Italia ha il numero totale di decessi per abitanti tra i più alti dei paesi con cui è ragionevole raffrontarsi, molto simile a Gran Bretagna e Usa, ma superiore a Francia, Germania, Canada e soprattutto Svezia". Fatelo leggere a quei geni di Repubblica che ieri piazzavano in pagina “gli scienziati” (ma chi?) che "smentivano" il premier. Ciaone.

- Le vaccinazioni anti-covid, segnatamente la quarta dose, sono in calo da tempo. Anzi: non sono mai decollate.

Ma già danno la colpa alle posizioni del governo, che peraltro ha preso le sue prime decisioni due giorni fa. Vabbè

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