- siamo arrivati al punto in cui per esprimere indignazione (giusta) contro la guerra in Ucraina mettiamo all’indice chiunque osi soltanto discutere dei limiti mostrati dalla Nato in questa crisi. Il corrispondete Rai da Mosca, Marc Innaro, nei giorni scorsi ha proposto questa analisi dei fatti: “Gli europei scontano una totale assenza di memoria storica e di comprensione delle dinamiche più profonde che ha subito la Russia nell’ultimo secolo e negli ultimi trent’anni”. E ancora: “Basta guardare la cartina geografica per rendersi conto che chi si è allargato negli ultimi trent’anni non è stata la Russia, è stata la Nato”. Giusto? Sbagliato? Poco importa: se ne discute apertamente. Invece il Pd ha presentato un'interrogazione in vigilanza Rai. Ma come, scusate: abbiamo messo al bando i media russi perché schiavi del potere e diffusori della propaganda di regime, e poi se un cronista dice la sua - fuori dal coro, giusto o sbagliato che sia - si arriva a ipotizzare di silurarlo? Solo a me sembriamo impazziti?
- l’Università Bicocca, in questa isteria collettiva, decide di annullare una lezione su Dostoevskij per evitare “tensioni”. Lo scrittore Paolo Nori giustamente si incavola, e fa bene. Ma come si può pensare di prendersela con un autore, gigante della letteratura, morto anni prima dell’avvento di Putin? Cosa vogliamo fare, mettere all’indice l’intera cultura russa per una guerra, per quanto ingiusta e da condannare? "Le colpe dei figli ricadano sui bisnonni". È questo che volete? La verità è che la damnatio memoriae anti-russa di questi giorni (l’altro caso, quello del direttore d’orchestra cacciato dalla Scala, è di pari idiozia) ricalca lo stesso spartito della cancel culture. Maccartismo. Caccia alle streghe. Censura. Chiamatela vome volete. Qualcuno ha chiesto pure al sindaco Nardella di “buttare già la statua di Dostoevskij. Robe da matti
- come sapete al mondo esistono dei negozi intelligenti in cui le telecamere capiscono cosa hai messo nel carrello della spesa e ti preparano il conto senza bisogno di un cassiere. Adesso Amazon se n’è inventata un’altra: a Washington ha aperto uno store in cui si paga con il palmo della mano. Dopo aver imbustato gli articoli, passi i polpastrelli su un lettore e te ne vai con la spesa. Dicono pure che garantisca maggiore privacy, ma a me mette ansia
- abbiamo visto virologi canterini, virologi politologi, virologi giudici di Sanremo. Ma ci mancava (anzi, no: non ci mancava affatto) pure la virologa psicologa a distanza. Maria Rita Gismondo oggi ha analizzato la “mente malata di Putin” che le mette “tanta paura”. Domanda: perché l’abbiamo intervistata su questo argomento?
- il mondo invoca la Corte Penale Internazionale contro Putin che però né la Russia né l'Ucraina hanno mai ratificato il trattato istitutivo. Non ne fanno parte neppure Cina, India, Israele e Stati Uniti. Tradotto: si tratta di una pistola scarica
- non poteva mancare il classico telepredicatore americano secondo cui Putin sarebbe stato “costretto da Dio” a invadere l’Ucraina. Il motivo? La guerra contro Kiev sarebbe il “terreno preparatorio” per l’Apocalisse. Tié
- l’Ucraina è sotto le bombe ma l’Oms si preoccupa del fatto che “i test Covid siano crollati” e che avanti imperterrito “un contagio sommerso”. Dubito, sinceramente, che oggi gli ucraini si preoccupino del coronavirus. No?
- se ne inventano di ogni tipo. Oggi un ricco businessman russo, trapiantato in America, ha messo una taglia da 1 milione di euro su Vladimir Putin.
"Prometto di pagare a quegli agenti che, rispettando il proprio dovere costituzionale, arresteranno Putin come criminale di guerra secondo le leggi russe e internazionali”, ha scrito su Facebook Alex Konanykhin. Il post, con la foto di Putin e la scritta "Wanted Dead or Alive" è stato rimosso. E io già vedo lo Zar tremare- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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