Coronavirus

Tamponi e mascherine, addio ai prezzi calmierati. Cosa può succedere

La fine dello stato d'emergenza decreta anche lo stop ai prezzi calmierati su tamponi e mascherine imposti alle farmacie: ecco cosa può cambiare da oggi e l'allarme di Federfarma

Tamponi e mascherine, addio ai prezzi calmierati. Cosa può succedere

La fine dello stato d'emergenza, da oggi venerdì 1° aprile, se da un lato porta con sè tutti i risvolti positivi su allentamenti, green pass e mascherine, dall'altro potrebbe portare a un nuovo caos tamponi i cui prezzi torneranno a lievitare, lo stesso discorso vale per le mascherine chirurgiche e le Ffp2. Il perchè è presto detto: la fine dell'emergenza decreta anche lo stop delle norme per i prezzi calmierati di questi dispositivi.

Cosa può accadere

Se il governo non farà proroghe ad hoc in tempi brevissimi, il peso sulle tasche degli italiani potrebbe esseere non indifferente dal momento che i tamponi si dovranno continuare a eseguire per scongiurare o confermare l'eventuale positività e le mascherine continueranno ad essere obbligatorie al chiuso almeno fino al 1° maggio. Ferderfarma ha lanciato l'allarme inviando una circolare alle associazioni provinciali e regionali che sintetizza il nuovo scenario. Come riportato da AdnKronos, non potrà più applicarsi il prezzo calmierato di 50 centesimi per le mascherine chirurgiche che valeva fino al 31 marzo per l'ordinanza 11/2020 pubblicata sulla G.U. 108/2002 che fu emanata dal commissario Arcuri.

Lo stop alle deroghe

Sulle Ffp2, quelle che proteggono in maniera più efficace da possibili contagi, la circolare ricorda che il prezzo calmierato stabilito in 0,75 euro Iva compresa, per ciascun dispositivo, "è esplicitamente previsto fino al 31 marzo 2022": anche in questo caso non saranno più applicabili le autorizzazioni per prodotti non etichettati in lingua italiana e autorizzate in deroga. Quindi, dal 1° aprile, la circolare di Federfarma sottolinea che "il prezzo al pubblico di tali dispositivi è libero anche per quelle farmacie che hanno volontariamente aderito al protocollo". Ogni farmacia, insomma, potrà regolarsi come meglio crede aumentando il costo di questi dispositivi perché è decaduto ogni obbligo di legge. La Federazione ricorda anche che sono scadute le deroghe per la vendita di alcuni prodotti, tra cui le mascherine chirurgiche "la cui etichettatura non è in lingua italiana ma in altra lingua utilizzata nell'Unione europea" e che "le mascherine chirurgiche con etichettatura in italiano ma autorizzate in deroga alle vigenti disposizioni dall'Istituto superiore di sanità, sono vendibili sino al 31 maggio 2022".

"Indicazioni di continuare come adesso"

Addio, quindi, ai prezzi di 15 euro per i tamponi agli adulti, 8 euro ai ragazzi tra i 12 e i 18 anni e gratis per le persone provviste di esenzione dalla vaccinazione anti-Covid. Dal ministero della Salute, però, è arrivata qualche rassicurazione: l’indicazione alle farmacie è continuare a mantenere bassi i prezzi. In tal senso, anche Farmindustria si è fatta sentire. "Anche se da oggi il Protocollo d’intesa che stabiliva prezzi calmierati per i tamponi non è più valido, abbiamo dato indicazioni ai nostri associati di continuare a offrirli a prezzi contenuti», afferma al Messaggero il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia. "Sono convinto che anche in questo caso prevarrà il grande senso di responsabilità che le farmacie hanno già dimostrato fin dalle prime fasi buie di questa pandemia", aggiunge. Le farmacie, comunque, attendono di sapere come muoversi dal governo.

"Siamo in attesa di indicazioni da parte delle istituzioni e, appena arriveranno, provvederemo ad avvertire i nostri associati", conclude Tobia.

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