Cronache

"Utilizzo illegittimo", Ligabue e Accorsi contro lo spot elettorale di Salvini

Uno spot del leader leghista ha scatenato la bufera. Ligabue, Accorsi e il produttore Procacci hanno diffidato il Carroccio lamentando l'utilizzo di un audio del film "Radiofreccia"

"Utilizzo illegittimo", Ligabue e Accorsi contro lo spot elettorale di Salvini

Liga contro Lega. Nelle battute finali della corsa al voto, uno spot elettorale pubblicato sui social da Matteo Salvini è diventato oggetto di polemiche e contrasti. Al centro del caso il cantante Luciano Ligabue, assieme al produttore cinematografico Domenico Procacci e all'attore Stefano Accorsi: tramite i loro legali, i tre hanno diffidato il partito del Carroccio dall'utilizzo di un brano tratto dal loro film Radiofreccia, del 1998. La traccia in questione, infatti, era stata utilizzata dalla Lega in un breve filmato che faceva il verso alla campagna comparativa del Pd di Letta. Scelta che, tuttavia, i due artisti e il produttore hanno bollato come illegittima.

Lo spot elettorale contestato

Nel video fatto circolare sui social da Salvini veniva rilanciato l'audio violento di Albino Ruberti, ex capo di gabinetto del sindaco di Roma Gualtieri, assieme alla traccia del celebre "credo laico" recitato da Stefano Accorsi nel film Radiofreccia. "Accendiamo la luce dopo le tenebre del Pd", commentava poi un doppiatore professionista, mentre lo slogan "Credo" veniva idealmente proiettato su alcuni luoghi simbolo, tra cui la Rai di Viale Mazzini e la fabbrica di Mirafiori a Torino. A margine del filmato, il leader della Lega aveva commentato: "'Tratto da una storia vera': rinfreschiamo la memoria al Pd che infanga e insulta. Per giorni ha diffuso falsità su presunte ingerenze russe nella campagna elettorale italiana, ma non ha ancora spiegato perché i suoi dirigenti minacciano di uccidere. C'è chi grida 'in ginocchio o ti sparo' e chi vuole l’Italia in piedi e a testa alta. Sempre. Il 25 settembre decideranno gli italiani".

La diffida di Ligabue, Accorsi e Procacci

Per completezza, va altresì aggiunto che alla fine dello spot incriminato compariva anche questa dicitura: "La voce di Accorsi è presa dal film Radiofreccia, il video con le minacce di Ruberti è invece uno scoop del quotidiano Il Foglio". Ma non è bastato. Ligabue, Procacci e Accorsi non hanno per nulla gradito quella citazione a fini elettorali. Così, come si legge in un comunicato congiunto, i tre hanno "formalmente diffidato, a mezzo dei loro legali, la 'Lega per Salvini Premier' dall'utilizzo di un brano audio con la voce di Stefano Accorsi tratto dal film 'Radiofreccia' illegittimamente inserito all'interno di un video elettorale attualmente diffuso su tutti i social media e ripreso dalla stampa".

Nella diffida i firmatari lamentano poi una "gravissima violazione dei loro diritti sul film e la spregiudicata utilizzazione dello stesso in una presentazione al pubblico che lascia anche chiaramente presumere una adesione al contenuto del messaggio, da cui invece gli stessi radicalmente si dissociano". Chiedendo l'immediata rimozione dal video dei riferimento al loro film, Ligabue, Procacci e Accorsi hanno così contestato alla Lega di aver "usato il 'credo laico' di Radiofreccia per la propria campagna elettorale, senza chiedere alcuna autorizzazione (che non sarebbe stata concessa), e con grave sprezzo della legge sul diritto d'autore".

Al momento, però, lo spot della discordia continua a essere presente sui canali social del leader della Lega.

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