Coronavirus

Ora è caccia alla variante: cosa può succedere

La valutazione prenderà in considerazione i tamponi positivi notificati al 22 giugno

Ora è caccia alla variante: cosa può succedere

Il ministero della Salute ha annunciato, tramite circolare, una nuova indagine rapida sulla diffusione in Italia delle principali varianti del coronavirus pandemico. Ovvero quelle conosciute come inglese, brasiliana, sudafricana e indiana o delta, e di altri mutanti in circolazione nel nostro Paese. La circolare “Stima della prevalenza delle varianti Voc (Variant Of Concern, varianti che destano preoccupazione-ndr) in Italia: lineage B.1.1.7, P.1, B.1.617 (1,2 o 3) e B.1.351, e altre varianti del virus Sars-CoV-2”, è stata firmata dal direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza.

La nuova indagine sulle varianti

Nel testo si legge che "l'indagine sarà coordinata dall'Istituto superiore di sanità in collaborazione con le Regioni e Province autonome, e in particolare con i laboratori da queste ultime identificati”. Per quanto riguarda invece i dettagli metodologici, si viene rimandati a una nota tecnica in allegato. Viene inoltre precisato che "questa valutazione prenderà in considerazione i campioni notificati il 22 giugno, corrispondenti a prime infezioni, da analizzare tramite sequenziamento genomico".

La nota tecnica spiega che la nuova flash survey sarà coordinata dall'Iss con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e in collaborazione con ministero della Salute, Regioni e Province autonome. Saranno quattro le macroaree interessate dall’analisi: Nord-Ovest (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia), Nord-Est (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), Sud e Isole (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia). "Tenendo conto del fatto che sul territorio circolano varianti con diverse prevalenze si calcola che, con l'ampiezza campionaria scelta" e indicata in una tabella per ognuna delle aree considerate, "sia possibile stimare prevalenze intorno a 1%, 10% o 50% con precisione rispettivamente intorno a 0,9%, 2,7% e 4,5% nelle 4 macroaree considerate".

La nota prosegue poi "seguendo il protocollo Ecdc sul sequenziamento del Sars-CoV-2, con l'ampiezza campionaria scelta è possibile osservare in ogni macro-regione varianti che circolano intorno all'1% con un livello di confidenza del 95%". Vi è anche una tabella che descrive anche la numerosità dei campioni richiesti a ogni Regione/Pa. Come raccomandato, “il campione dovrà essere scelto in modo casuale fra i campioni positivi, garantendo la rappresentatività geografica e se possibile la rappresentatività per fasce di età". I dati dovranno essere inviati dalle Regioni/Pa entro le 12 del prossimo primo luglio.

Preoccupa la variante indiana

La variante che preoccupa maggiormente è quella conosciuta come indiana o delta. Come abbiamo precisato in un precedente articolo, questa variante ha portato Roberto Speranza, ministro della Salute, ad adottare alcune misure cautelari verso quei Paesi che in questo momento sono ritenuti i più colpiti, come India, Bangladesh e Sri Lanka. In questo caso specifico sono stati prolungati i divieti di ingresso in Italia.

Mentre per chi vuole entrare nel nostro Paese dal Regno Unito, oltre a seguire una quarantena di cinque giorni, dovrà avere anche un tampone negativo.

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