Scena del crimine

Quelle voci che uccidono: quando i "demoni" esistono davvero

Di fronte a un omicidio accade che l'assassino dica di essere stato spinto dalle voci. A chiarire a IlGiornale.it questo problema è la psichiatra Donatella Marazziti: "Un sintomo di vari disturbi psicopatologici"

Quelle voci che uccidono: quando i "demoni" esistono davvero

La cronaca nera racconta diversi eventi. Ogni crimine è un caso a sé, con tratti che lo rendono unico rispetto a centinaia di altri casi simili. Talvolta accade però che ci siano specifici elementi che rendono comune il motivo che spinge a commettere l’azione criminosa. È il caso delle “voci”. Succede che gli assassini dichiarino di aver commesso un omicidio perché hanno sentito una voce interiore che comandava loro di farlo. Ultimo caso ad esempio quello dell’assassinio di Chiara Gualzetti. Il suo autore, un 16enne, ha affermato di aver agito perché spinto da una voce: “È stato un demone a dirmi di uccidere Chiara. L’ho fatto per calmarlo”. In alcuni casi dalle perizie psichiatriche è stato riscontrato che gli assassini abbiano reso questo tipo di dichiarazioni allo scopo di ottenere l’infermità mentale e quindi la riduzione della pena. In altri casi, al contrario, gli imputati hanno avuto veramente la sensazione di aver udito delle voci. Di che problema si tratta? A spiegarlo a IlGiornale.it è la psichiatra Donatella Marazziti.

Cosa sono le voci?
"Le cosiddette 'voci' sono dei fenomeni psico-sensoriali abnormi che, con il termine tecnico giusto, si definiscono allucinazioni uditive. Sono un sintomo di vari disturbi psicopatologici".

In che modo si manifesta questo disagio?
"Le allucinazioni uditive sotto forma di voci possono essere voci dialoganti, negative o positive, che commentano il comportamento del soggetto o che incitano a fare qualcosa".

Chi sono i soggetti vulnerabili? Perché in loro si manifesta questo problema?
"Le allucinazioni sono un sintomo che è tipico dei disturbi psicotici, come la schizofrenia, o di quelli indotti dalle sostanze d’abuso, ma si possono ritrovare anche nella depressione o dopo una deprivazione sensoriale in soggetti normali. Parte di pazienti psichiatrici, che possono presentare allucinazioni uditive, sono soprattutto i consumatori di droghe, compresi i derivati della cannabis e marijuana".

Quando è necessario ricorrere all’aiuto di uno specialista?
"Sempre, si tratta infatti di un sintomo molto importante e grave".

Chi sente le voci ha inevitabilmente dei disturbi psichiatrici?
"Sì".

Quando le voci diventano un problema per l’incolumità altrui?
"Quando sono aggressive e incitano a compiere azioni violente nei confronti degli altri o di se stessi, ma soprattutto quando sono sottovalutate e poco esplorate nel colloquio psichiatrico e quindi non trattate adeguatamente, se si accompagnano a mancanza di consapevolezza di malattia".

Più volte sono stati commessi omicidi “comandati da voci”. Nel recente assassinio di Chiara Gualzetti ad esempio, l’omicida dice di aver ricevuto l’ordine di un demone. Come si può spiegare un’azione del genere assieme ad altri casi simili?
"Non posso e non voglio fare nessun commento su un caso così atroce e recente che non conosco adeguatamente per dare un giudizio tecnico. Posso solo dire che casi simili esistono".

Come fa lo psichiatra a capire quando queste dichiarazioni vengono rese dall’imputato per ottenere l’infermità mentale e quando è veramente presente la convinzione di averle sentite?
"La perizia psichiatrica volta ad accertare l’eventuale infermità mentale di un imputato non si basa solo su un sintomo come le allucinazioni uditive, ma è una procedura complessa che prende in considerazione la storia familiare e fisiologica del soggetto, le sue eventuali patologie mediche pregresse e/o attuali, la sua personalità, il temperament, e soprattutto un esame psichiatrico accurato".

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