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Quell'esplosione che mutilò la Royal Family

L'attentato all'imbarcazione Shadow V provocò la morte di Lord Louis Mountbatten, ammiraglio della Royal Navy e cugino della Regina Elisabetta II

La Royal Family al funerale di Lord Mountbatten (Screen Bbc via British Documentary YouTube)
La Royal Family al funerale di Lord Mountbatten (Screen Bbc via British Documentary YouTube)

Ci sono episodi storici diventati molto celebri fuori dal Regno Unito e tra le giovani generazioni grazie a The Crown. Uno in particolare riguarda l’attentato subito da Lord Louis Mountbatten, che il 27 agosto 1979 rimase vittima di un’esplosione che coinvolse la sua imbarcazione durante la pesca delle aragoste.

La scena che la serie ha proposto è di fortissimo impatto. Si mostra Lord Mountbatten, che in una bella mattinata a Mullaghmore, dove soggiornava spesso, si apprestava a prendere il largo con la sua barca: ma proprio mentre sceglie di restituire al mare aragoste troppo piccole per essere mangiate, la sua imbarcazione esplode. Tuttavia la storia che c’è dietro a questo evento luttuoso è molto più interessante di quella raccontata nella fiction.

Chi era Lord Mountbatten

Lord Mountbatten con la moglie e Gandhi
Lord Mountbatten con la moglie e Gandhi

Classe 1900, Lord Mountbatten era pronipote della Regina Vittoria: questo lo rendeva cugino di secondo grado della Regina Elisabetta II. Dopo l’esilio dalla Grecia della famiglia del Principe Filippo di Edimburgo, Lord Mountbatten ne era diventato il mentore, lo “zio Dickie” che l’ha accompagnato lungo tutta la vita, presentandogli tra l’altro quella che sarebbe stata la sua futura moglie e sovrana.

Lord Mountbatten ebbe un ruolo in molte vicende della Royal Family. E in particolare, dopo che Filippo divenne adulto, lo zio Dickie divenne una guida anche per il Principe Carlo, che gli era molto affezionato.

Tra il 1913 e il 1965, Lord Mountbatten fece parte della Royal Navy, partecipando attivamente a entrambi i conflitti mondiali e conseguenti il titolo di ammiraglio. Tra i vari ruoli ricoperti, oltre quello di vicerè dell'India, c’è stato per lui anche quello di capo di Stato Maggiore della Difesa. Era un vero lupo di mare, e il mare lo avrebbe inghiottito per sempre in quel giorno di agosto.

L’incidente

Il luogo dell'incidente
Il luogo dell'incidente (Screen Bbc via British Documentary YouTube)

Come ricorda History, quel 27 agosto 1979 era un giorno pieno di sole: il bel tempo era giunto dopo molti giorni di pioggia. Louis Mountbatten si trovava al castello di Classibawn, ovvero nella sua casa delle vacanze a Mullaghmore, nella contea di Sligo in Irlanda del Nord. Così partì con la sua imbarcazione, la Shadow V, per la pesca delle aragoste. Con lui la figlia Patricia, il marito di questa Lord John Brabourne, i loro figli gemelli Timothy e Nicholas e Lady Doreen Brabourne, consuocera di Mountbatten. Nell’equipaggio figurava il 15enne Paul Maxwell, amico di famiglia.

Quindici minuti dopo la partenza, una bomba da oltre 22 chili e mezzo esplose, distruggendo la barca e uccidendo sul colpo Mountbatten, il giovane nipote Nicholas e Maxwell. Lady Brabourne è morta il giorno dopo a seguito delle gravi ferite riportate. Tutti gli altri a bordo sono infatti risultati feriti gravemente: il loro corpo ce la fece, ma rimasero a tutti le cicatrici interiori. “Cinquanta libbre di gelignite sono esplose, mandando in aria piogge di legno, metallo, cuscini, giubbotti di salvataggio e scarpe - scrisse per la Bbc Andrew Lownie - Poi ci fu un silenzio mortale”.

Secondo BritishHeritage, i pericoli dei viaggi di Mountbatten a Mullaghmore erano minimi: l’uomo era pensionato e quindi non rivestiva più ruoli politici o militari, inoltre le persone del luogo lo amavano molto. Spesso tuttavia le guardie del corpo accompagnavano Mountbatten nelle sue uscite con la Shadow V, tuttavia in quel caso restarono a terra. Pare che fu lo stesso nobiluomo a richiedere una sicurezza minima da alcuni anni.

Elle ricorda le parole di un’intervista rilasciata nel 2008 da Patricia Knatchbull, figlia di Louis Mountbatten: “Ricordo la visione di una palla che esplode verso l'alto e poi si getta in mare e mi chiesi se sarei stata in grado di raggiungere la superficie prima di svenire. Ho ricordi molto vaghi, di tanto in tanto, di fluttuare tra il legno e i detriti, di essere stata trascinata in un piccolo gommone prima di perdere completamente conoscenza per giorni”.

La rivendicazione dell’Ira

Il memoriale dell'attentato a Lord Mountbatten
Il memoriale dell'attentato a Lord Mountbatten (Screen Bbc via British Documentary YouTube)

L’attentato fu rivendicato dall’Ira, l’organizzazione terroristica indipendentistica dell’Irlanda del Nord. L’Ira, nello stesso giorno, uccise 18 soldati britannici al confine irlandese di Warrenpoint. Per l’Ira, spiega History, l’omicidio di Mountbatten rappresentava “un atto discriminatorio per portare all'attenzione del popolo inglese la continua occupazione del nostro Paese. La morte di Lord Mountbatten e gli omaggi a lui tributati saranno visti in contrasto con l'apatia del governo britannico e del popolo inglese per la morte di oltre 300 soldati britannici e la morte di uomini, donne e bambini irlandesi per mano delle loro forze”.

Fu condannato all’ergastolo Thomas McMahon, ritenuto l’esecutore materiale per aver realizzato la bomba che distrusse la Shadow V nell’attentato, mentre l’attivista Ira, indagato, Francis McGirl fu invece assolto. Dopo 19 anni in prigione McMahon fu rilasciato.

Le reazioni e i posteri

Il Principe Carlo oggi
Il Principe Carlo oggi

Nel 2015 il Principe Carlo ha parlato pubblicamente dell’avvenimento luttuoso che gli aveva portato via il suo amato “zio Dickie”: “All’epoca, non potevo immaginare come avremmo fatto i conti con l'angoscia di una perdita così profonda poiché, per me, Lord Mountbatten rappresentava il nonno che non ho mai avuto. Quindi è stato come se le fondamenta di tutto ciò che ci era caro nella vita fossero state irrimediabilmente dilaniate. Attraverso questa terribile esperienza però, ora comprendo in modo profondo le agonie sopportate da tanti altri in queste isole, di qualunque fede, denominazione o tradizione politica”.

Tempo dopo l’attentato, si scoprì tra l’altro che anche Lord Mountbatten fosse un sostenitore delle teorie indipendentiste nordirlandesi. Secondo il nobiluomo, l’Irlanda avrebbe dovuto tornare a essere unita e indipendente dal Regno Unito. Tuttavia, storicamente, i membri della Royal Family sono tenuti a non parlare pubblicamente delle proprie posizioni politiche: forse è questa la ragione di tanta segretezza che, se fosse stata prima palesata, forse avrebbe evitato la tragedia.

All’epoca la reazione di Margareth Thatcher fu, perfettamente in linea con la sua azione politica, molto dura nei confronti dell’Iea. Ma sempre Carlo, nel 2015, a margine dell’incontro avuto con la madre di Maxwell Mary Hornsey, disse ancora che quell’appuntamento con la parente di un’altra vittima fu “una delle esperienze più meravigliose che ho avuto, un’esperienza che ha trasformato un momento molto tragico in qualcosa che guarisce e perdona”.

Si dice che il terzogenito del Principe William e Kate Middleton, il Principe Louis, sia stato chiamato in questo modo come omaggio a Lord Mountbatten.

Così, forse, la famiglia reale britannica continua a ricordare lo zio Dickie.

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