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L'auspicio di un futuro condiviso alla Biennale dell'arte della carta di Shangai


La mostra sarà aperta fino al 24 febbraio 2024 e comprende 110 opere di artisti provenienti da 46 Paesi. L'arte tradizionale cinese incontra la contemporaneità in un intreccio tra passato e presente

L'auspicio di un futuro condiviso alla Biennale dell'arte della carta di Shangai

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L'auspicio di un futuro condiviso alla Biennale dell'arte della carta di Shangai

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“Un mondo, una famiglia” è il tema dell’edizione 2023 della Biennale internazionale dell’arte della carta che ha aperto le porte al pubblico presso il museo Fengxian di Shangai, metropoli storica e all’avanguardia, culla di idee innovative che non rinuncia al suo patrimonio secolare. La mostra è stata organizzata dal museo in collaborazione con Paper+ Studio ed è ospitata congiuntamente dall’ufficio distrettuale per la Cultura e il Turismo. Si tratta della più grande mostra del suo genere in Cina e comprende 110 opere di artisti provenienti da 46 Paesi. Capolavori della tradizione artistica della nazione asiatica sono esposti al fianco di produzioni contemporanee, straniere o opere di studenti meritevoli provenienti dalle università della Repubblica popolare.

“Assieme all’apprezzamento e alla comprensione del patrimonio culturale mondiale, il pubblico avrà l'opportunità di immergersi nel duraturo fascino della civiltà cinese”, si legge sul sito della Biennale,“in modo da acquisire una conoscenza approfondita di opere d'arte su carta in diversi periodi, spazi e contesti culturali. Questa mostra contribuirà al progresso della strategia di educazione estetica sociale e promuoverà l’autostima e il miglioramento culturale”. Spaziando dall’antichità al presente, l’esposizione vuole facilitare il dialogo tra l’arte della carta tradizionale cinese e quella degli altri Paesi.

Tra le attrazioni principali della Biennale vi è la mostra “Ali di gru” dell’artista cinese Liang Zhizhuo. Ispirata all’“Gru di buon auspicio” dipinta dall’imperatore Huizong della dinastia Song, che ha governato il Paese dal 960 al 1276, l’installazione è composta da oltre 20 paia di ali, alcune ferme, altre in grado di muoversi dall’alto verso il basso o di aprirsi e chiudersi, creando un contrasto tra movimento e immobilità in grado di catturare il pubblico.

Nell’intenzione degli organizzatori, l’unione di passato e presente da un lato e di Cina e resto del mondo dall’altro vuole valorizzare un concetto di “comunità umana con un futuro condiviso” e trasmettere la speranza di una vita migliore per l'umanità, divisa in nazioni diverse facenti tutte parte di un “villaggio globale” in cui i destini degli individui sono profondamente intrecciati: “Dovremmo restare uniti nella buona e nella cattiva sorte, condividere le gioie e i dolori e lavorare fianco a fianco per creare una piattaforma di scambio e cooperazione verso un futuro più luminoso”.

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