Cultura e società

Louis Vuitton, sarà l'italiano Pietro Beccari a guidare il gruppo francese

Dopo il successo ottenuto in Dior, arriva alla guida di Louis Vuitton il manager italiano Pietro Beccari, un vero orgoglio per il nostro Paese

Louis Vuitton, sarà l'italiano Pietro Beccari a guidare il gruppo francese

L'Italia e le nostre eccellenze sempre più sulla vetta del mondo. Sarà infatti Pietro Beccari, dopo il successo ottenuto come presidente e ceo dal 2018 di Christian Dior Couture il primo manager italiano ad assumere la guida di Louis Vuitton, la griffe della Lvmh di Bernard Arnault, il gruppo del lusso più importante al mondo. Si rimescolano in questo modo gli asset della società con alcuni spostamenti importanti.

Delphine Arnault, primogenita dell’imprenditore fino ad ora a capo degli accessori di Vuitton, assumerà le redini di Christian Dior, affiancata dal direttore generale, Charles Delapalme, approdato a Vuitton nel 2005. Infine Stéphane Bianchi, con un lungo passato in Arthur Andersen, già a capo dal 2018 della divisione gioielli e di Tag Heur, avrà sotto di sé anche la supervisione di Tiffany e Repossi, che entrano a far parte della divisione del gruppo Lvmh. Un riassetto non dovuto ad un calo di fatturato, bensì agli introiti record del gruppo che vanta 385 miliardi di capitalizzazione, a dimostrazione che il mondo del lusso non risente in alcun modo della generalizzata crisi economica mondiale.

L'incredibile ascesa di Pietro Beccari dal calcio al lusso

ll successo di Beccari è quello di un uomo che si è fatto da solo. Partito da Montechiarugolo, un paesino in provincia di Parma dove è nato nel '67, nella prima parte della sua vita si dedicò alla passione per il calcio. Fu Arrigo Sacchi che, consigliandogli di fare altro, lo indirizzò involontariamente verso il mondo del marketing dove iniziò a lavorare nella filiale italiana della Benckiser, la multinazionale britannica di beni di consumo. Passa poi in Parmalat che gli dà non solo la possibilitò di lavorare a New York, ma anche di farsi le ossa e continuare a crescere. Qualche anno dopo lascia l'America per la Germania, ma solo per diventare vicepresidente della divisione haircare della Henkel, per poi, nel 2006, approdare da Arnault, il più grande imprenditore del lusso francese.

Un manager visionario molto amato, a cui si devono vere e proprie rivoluzioni epocali. È lui che ha l'idea di far diventare testimonial di Vuitton Mikhail Gorbaciov, o di far sflilare Fendi, per i 90 anni del marchio, all'interno della Fontana di Trevi. Scelte vincenti, a volte non comprese sin da subito, come quella di aver chiuso lo storico negozio di Dior di Avenue Montaigne, per trasformarlo in uno spazio polifunzionale che vanta migliaia di visitatori al giorno. Un lavoro di costruzione a lungo termine il suo, che è riuscito a far lievitare, guardando sempre lontano, marchi come Dior e Fendi (quest'ultimo di cui è stato presidente dal 2012 al 2017) non solo nel prestigio, ma soprattutto economicamente triplicandone i fatturati in pochissimo tempo.

Ora diventando presidente e amministraore delegato di Vuitton, carica voluta fortemente da Arnault, Beccari alza ancora di più l'asticella affrontando una nuova sfida e abbracciandola con grande entusiasmo.

Con lui, si amplia ancora di più la platea di italiani alla guida del settore moda mondiale, da Jacopo Venturini a Valentino, Andrea Guerra a Prada e Francesca Bellettini a Saint Laurent, solo per citarne alcuni.

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