Cultura e Spettacoli

Le fiabe "ghiacciate" di Nicolai Lilin insegnano la vita ai bimbi

Arrivano dalla penna di Nicolai Lilin: "Le fiabe della terra addormentata" (ElectaJunior). Una raccolta di storie Siberiane, la terra dove è nato e che ha raccontato in "Educazione Siberiana", che rivelano un grande insegnamento di vita. Per i bambini di ogni età.

Le fiabe "ghiacciate" di Nicolai Lilin, che insegnano la vita a grandi e bambini

L’inverno è forse la stagione più adatta per leggere le favole. Quel senso di calore che sprigionano, i voli di fantasia che creano, sono qualcosa che, come il Natale, fa tornare un po’ tutti bambini. Perché il punto è proprio questo, le favole non sono solo racconti per i più piccoli. A loro servono per crescere, agli adulti per ritrovare il loro bambino interiore. È questo che in poche parole Nicolai Lilin, racconta nel suo bellissimo libro: Le fiabe della terra addormentata (ElectaJunior), una raccolta molto particolare di fiabe siberiane, la terra dove è nato e che ha raccontato nel suo libro più famoso: Educazione Siberiana. Anche quello una sorta di favola, che parla di “criminali onesti” che lottano per proteggere la loro identità e la loro cultura. La stessa che si ritrova in questo nuovo libro di racconti, ascoltati da suo nonno. Molto diversi dalle favole che siamo abituati a conoscere in occidente. Favole, come racconta nella nostra intervista, in cui la natura è l’assoluta protagonista. Con i suoi spiriti, gli insegnamenti e quel senso di profonda conservazione che è un grande insegnamento per i bambini di ogni età. Scrittore Nicolai, che riesce con l’inchiostro sulla carta a far volare lontano, ma anche tatuatore che, sempre con l’inchiostro, scrive indelebilmente sulla pelle le storie personali della vita di ogni persona, rendendole uniche ed eterne.

Perché ha deciso di scrivere un libro di favole

“Secondo me la dimensione del mito e della leggenda si presta molto per raccontare il mondo, e per comunicare con i lettori di ogni fascia d'età. Nelle leggende ci sono i modelli archetipi dei nostri comportamenti, delle situazioni che viviamo, e quindi sono sempre attuali. Attraverso il mito e la leggenda, si possono affrontare diverse tematiche, anche situazioni contemporanee senza addentrarsi magari nelle sfaccettature inerenti proprio al momento all’attualità, ma rimanendo in una dimensione fantastica e leggendaria. Diciamo in un mondo parallelo. Spesso ho scritto libri non proprio di fiabe ma basate su racconti. Questo è il mio primo libro di fiabe per bambini di ogni età, dove c’è la volontà di tramandare dei messaggi e la morale che esiste in ogni fiaba”.

Nel libro viene esaltata la natura, ma poco gli esseri umani. Perché ha amato questa dimensione, non le sembra sia un modo di fuggire dalla realtà?

“Nelle fiabe siberiane la natura viene sempre messa al primo posto ed è la vera protagonista, perché gli uomini da sempre dovevano confrontarsi con il suo predominante mondo. La vita dell'uomo in queste terre, si basa proprio sulla lotta quotidiana per la sopravvivenza. Esiste però una regole importanti, quella di mantenere l'equilibrio. In Siberia soprattuto i nativi, non vogliono lottare contro la natura o prevaricarla, ma cercano di conviverci in totale equilibrio. Ovviamente di questo parlano tutte le fiabe siberiane, dove la natura è quell'ambiente con il quale l'uomo deve trovare un accordo, insieme e tutte le creature magiche, come gli spiriti, che la abitano e ne fanno parte. Tutto questo mondo entra in relazione con l’essere umano con il solo scopo di aiutarlo a condurre una vita equilibrata e in armonia con il suo grande potere. Per questo al contrario delle fiabe occidentali, quelle siberiane, non sono basate sulle figure delle persone o sulle relazioni tra esseri umani, ma sulla relazione dell'uomo con la natura che lo circonda”.

Basandoci su questo, le sue fiabe sono più per gli adulti o per i bambini?

“Il libro delle fiabe che ho scritto adesso, può essere letto dai più piccoli, perché sono fiabe facilmente comprensibili dai bambini dai cinque anni in su. Ovviamente come tutte le fiabe sono adatte anche per agli adulti. Molti dei miei lettori me lo confermano dicendomi che con grande piacere e passione hanno letto queste fiabe sia ai loro figli che per loro stessi. Nel mondo delle fiabe c'è sempre questa componente comprensibile per tutte le fasce d'età. Questo è anche il grande potere comunicativo del mondo del mito e della leggenda, perché sta all'origine di tutta la narrazione umana nelle diverse culture. Tutto parte dalla fiaba e dal racconto. Spesso questi non erano scritti, ma tramandati di generazioni in generazione. Le mie sono così, una dimensione che si adatta a tutte le fasce d'età".

Ha studiato per tanti anni i tatuaggi della tradizione criminale siberiana, e imparato le tecniche e i codici complessi che li regolano. Come è nata questa sua passione?

"Ho cominciato ad appassionarmi ai tatuaggi quando ero molto piccolo, perché a grandi linee come tutti i bambini volevo somigliare agli adulti e crescere più in fretta, senza comprendere cosa questo comportasse. Mi affascinava il mondo dei grandi. Passavo molo tempo con gli anziani, con mio nonno e i suoi amici, era la gente che apparteneva al mondo dei fuorilegge siberiani, ed erano tutti tatuati. Anche io volevo essere tatuato e a 8 anni ho rubato la bacchetta per farli, da un tatuatore amico di mio nonno. Con quella ho fatto il mio primo tatuaggio su una gamba. Mia madre si arrabbiò moltissimo. Poi ho insistito e alla fine questo tatuatore mi prese come apprendista. Ho passato con lui tutta la mia infanzia a imparare questo mestiere. Per me il tatuaggio non è una moda, ma soprattuto una via di comunicazione. Un modo per nascondere l'informazione, codificarla e rappresentarla sotto forma di un disegno composto da simboli, dove questi hanno una vasta gamma di significati. Creano una loro narrazione che nel caso specifico racconta qualcosa del vissuto della persona. Per questo io considero i tatuaggi soprattutto un linguaggio".

Nel suo libro più famoso, Educazione Siberiana, c'è una specie di rovesciamento dei valori. I criminali di cui parla, sono in realtà da riabilitare perché mossi da alti sentimenti. Quasi una rivalutazione dell'uomo, anche se considerato criminale.

"In Educazione Siberiana parlo della criminalità che è un po' diversa dal concetto che abbiamo in occidente. Anche nel libro la chiamo 'criminalità onesta' perché si oppone a varia forme di dittature. Soprattutto quella mondo della politica che si esaurisce come concetto nel 20° secolo. Questa ha portato nella storia degli uomini soltanto enormi catastrofi. Crea odio tra i popoli, costruisce le frontiere, crea carestie e disagi internazionali e persegue gli interessi personali dei grandi potenti. Insomma tutto tranne che il bene del popolo e delle masse. Nel mio libro parlo di persone libere, nate in Siberia, nella terra dove tutto viene dominato dalla natura, che suscita nelle persone un grande senso di libertà. Le persone nate nella foresta abituate a vivere in mezzo agli animali, non sono facilmente domabili dai dogmi politici. Non si può spiegare a queste persone perché devono per forza avere il passaporto, o devono piegarsi a regole burocratiche. Tutto questo è superfluo nella foresta, nella vita vera e reale. Per questo giustamente si opponevano a vari modelli di potere che arrivavano in Siberia. Non erano d'accordo con lo sfruttamento della terra, della natura. Erano contrari all'industrializzazione della Siberia, alla creazione di infrastrutture, e ovviamente dal potere centrale, prima zarista e poi comunista. Questi uomini venivano definiti criminali, come oggi potrebbero essere definiti criminali persone che lottano per l'ecologia, contro la prepotenza delle lobby politiche, delle banche e delle multinazionali. I miei antenati erano quelli che noi oggi possiamo definite anarchici. Lo erano senza sapere il significato della parola anarchia. Erano anarchici perché era l'unico modo comprensibile di vivere e di coesistere con grande natura. Per questo nel libro la considero 'criminalità onesta'".

Che differenza c'è tra le fiabe siberiane e quelle che siamo abituati a leggere noi in occidente?

"La differenza più importante tra le fiabe siberiane e quelle occidentali che siamo abituati a leggere, parlo di quelle dei fratelli Grimm o di Christian Andersen, oppure di Charles Perrault, sono gli insegnamenti. In quelle occidentali il punto centrale è sulle relazioni tra gli uomini. Con queste si insegna ai più piccoli come sopravvivere nel mondo degli uomini malvagi, furbi spietati. Dalla prepotenza della ricchezza o dei truffatori. Quelle siberiane in grandi linee, sono incentrate sul rapporto dell'uomo con la natura, quindi attraverso queste si insegna ai bambini come vivere, e che tipo di persone dobbiamo diventare per poter coesistere in sintonia con i grandi meccanismi naturali. C'è poi un'altra ulteriore differenza parlo delle favole di puro divertimento come ad esempio il mondo Disney. Queste sono nate per suscitare emozioni, divertimento nei bambini e devono far in modo alla fine di arrivare a comprare una bambola o un gadget. Sono dei programmi attraverso i quali le grandi multinazionali manipolano i consumatori, mentre le fiabe antiche erano delle storie con una morale e un insegnamento dove dopo aver ascoltato la storia, il bambino doveva capire il significato e cominciare a comportarsi adeguatamente. Oggi nella modalità moderna questa cosa è scomparsa. L'esempio che io faccio sempre è la fiaba della Sirenetta che anticamente era nata per mettere in guardia le ragazze giovani ad avere rapporti con uomini socialmente più elevati. A non concedersi all'uomo ricco e mantenere la propria dignità perché alla fine rischia di finire come lei e trasformarsi in schiuma del mare.

C'era questo messaggio molto forte e importante, mentre oggi è semplicemente una storia divertente e basta".

Le fiabe della terra addormentata

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