Cultura e Spettacoli

Parole di conforto contro il Covid

Parole di conforto è l'ultimo libro scritto da Matt Haig, nel quale lo scrittore britannico affronta i sentimenti di ansia e depressione dovuti anche alla pandemia che ha piegato il mondo

Parole di conforto contro il Covid

Nonostante sia un ottimo romanziere - basti pensare a Come fermare il tempo e La biblioteca di mezzanotte - lo scrittore britannico Matt Haig ha sempre voluto anche parlare di un tema delicato come quello della depressione e dell'ansia. Come avviene anche sul suo accountInstagram, Matt Haig ha scelto di liberare il tema delle malattie mentali dal tabù a cui è sempre stato legato. Dopo Vita su un pianeta nervoso e Ragioni per continuare a vivere, Matt Haig torna in libreria - sempre grazie a Edizioni E/O - con il piccolo saggio Parole di conforto, un libricino che di piccolo ha solo il formato, dal momento che ogni pagina è carica di significato ed esperienze che hanno spinto lo scrittore a tornare a parlare di depressione. Uno stato di salute che si è fatto più presente e più grave dopo la pandemia legata al Covid-19. E nel leggere il saggio si ha come l'impressione che lo scrittore si rivolga proprio a coloro che hanno affrontato una malattia mentale, stati di stress e di incertezza proprio durante la pandemia che ha costretto il mondo a fermarsi.

Parole di conforto non è un libro di auto-aiuto, né un facile esperimento di marketing che punta a fare leva sulle debolezze di una società che si è vista costretta ad affrontare un mostro che è emerso senza che nessuno fosse davvero pronto a sconfiggerlo. Parole di conforto è la confessione e la testimonianza di un uomo che - per sua stessa ammissione - ha sofferto per anni di depressione, arrivando anche a tentare il suicidio. Sono le pagine di un uomo che in qualche modo è riuscito a governare quel male antico e ancora troppo sconosciuto e ha scelto di condividere la sua esperienza con gli altri, per sottolineare un fatto che il Covid, la quarantena e l'isolamento hanno reso meno scontato: nessuno è mai davvero solo. Un proposito, quello di Matt Haig, che lo scrittore mette subito in chiaro dalla citazione in apertura, tratta da Lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke che recita:"Non crediate che colui che tenta di confortarvi viva senza fatica in mezzo alle parole semplici e calme, che qualche volta vi fanno bene […] Fosse altrimenti egli non avrebbe potuto trovare quelle parole".

Proprio come dice il titolo, l'ultimo romanzo di Matt Haig è un conforto, una rassicurazione, la prova evidente e tangibile che in un mondo che sembra sempre più orientato verso la crudeltà e l'indifferenza c'è un sentimento comune di spaesamento ma anche di continua speranza. Allo stesso tempo è un invito alla riflessione, al bisogno di non arrendersi al ritmo serrato del nuovo millennio, di non annegare nei social media e nelle bugie che essi raccontano. Il romanzo non si presenta come una panacea. Non è il resoconto di un guru che si vanta di aver trovato la soluzione al problema. È invece una conversazione, uno scambio di esperienze che serve a comprendere che l'incertezza della nostra epoca non è un fallimento individuale, ma un elemento che caratterizza la vita di qualsiasi essere umano. La lettura è dunque molto scorrevole – anche perché alcune pagine non hanno altro che brevi frasi, un piccolo mantra personale, un banale dato di fatto – ma non è mai superficiale e tra le pagine di questo saggio è possibile che molti riconoscano se stessi, sviluppando così non solo empatia verso lo scrittore, ma anche una forma di fiducia verso il futuro che, mai come in questi giorni, appare nero e sconosciuto.

L'unico difetto di questa lettura interessante è che in più di un passaggio si ha una sensazione di ripetizione, una ridondanza di concetti reiterati senza alcun bisogno.

Parole di conforto

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