Un accordo sui sottomarini nucleari: la mossa Usa per blindare il Pacifico

L'Australia si dice fiduciosa nella prosecuzione dell'alleanza Aukus e spera di ottenere i sottomarini previsti dall'accordo siglato con Usa e Regno Unito

Un accordo sui sottomarini nucleari: la mossa Usa per blindare il Pacifico
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Sono giorni caldissimi per l'asse Stati Uniti-Australia. L'amministrazione Trump starebbe infatti valutando i contenuti dell'Aukus, un patto di sicurezza stretto nel 2021 durante la presidenza di Joe Biden che dovrebbe dotare Canberra di sottomarini nucleari per rafforzarne l'esercito in vista delle crescenti minacce nel Pacifico. Ebbene, pare che Washington stia valutando se l'intesa sia in linea con l'agenda America First dell'attuale presidente, seminando dubbi sul futuro del patto - siglato da Washington, Londra e, appunto, Canberra - pensato per contrastare l'ascesa della Cina nella regione. Ecco che cosa sta succedendo...

Sottomarini in bilico?

La notizia della revisione del patto di sicurezza da parte del Pentagono ha dominato i titoli dei giornali australiani. Il motivo è semplice: Canberra ha fatto di Aukus il fulcro della propria difesa futura e ha già investito massicciamente nella propria base industriale e nella formazione necessarie per la manutenzione e la costruzione dei sottomarini. Un funzionario del Pentagono ha spiegato al New York Times che la revisione dell'accordo garantirà che il patto rispetti i "criteri di buon senso e dell'America First" e che non intacchi in alcun modo la prontezza al combattimento delle forze statunitensi.

Il ministro della Difesa australiano, Richard Marles, ha dichiarato che sia l'Australia sia la Gran Bretagna sono state informate della revisione e che tutte e tre le nazioni sono ancora impegnate a rispettare l'accordo. "Ne siamo consapevoli da tempo. Lo accogliamo con favore. È una cosa perfettamente naturale per un'amministrazione entrante", ha aggiunto il ministro.

L'Australia considera l'Aukus un accordo centrale per la propria strategia di difesa nei prossimi decenni, in una regione sempre più influenzata dal rafforzamento militare di Pechino. I sottomarini nucleari che dovrebbero essere recapitati a Canberra possono infatti coprire grandi distanze senza essere individuati e consentirebbero alla Marina australiana di ampliare notevolmente la propria portata. Ricordiamo che, in base al patto, l'Australia dovrebbe ricevere dagli Stati Uniti sottomarini nucleari (di seconda mano) di classe Virginia entro il 2030, aumentando al contempo la capacità di costruirne di propri.

Blindare il Pacifico

Gli Usa desiderano da tempo blindare il Pacifico. Permangono però alcuni dubbi dopo la vittoria di Trump. Lo scorso marzo, per esempio, Elbridge Colby, sottosegretario alla Difesa statunitense per la politica estera, ha dichiarato durante un'audizione al Senato di essere scettico sulla fattibilità pratica dell'accordo. "Se riusciremo a produrre sottomarini d'attacco in numero sufficiente e a velocità sufficiente, allora non ci saranno problemi. Ma se non ci riusciremo diventerà un problema molto difficile da risolvere", ha spiegato Colby durante l'udienza. Detto altrimenti, Washington non intende scoprirsi troppo per proteggere i suoi partner.

In una prima fase, l'Aukus prevede la fornitura all'Australia, a partire dal 2030, di tre-cinque sottomarini americani a propulsione nucleare di classe Virginia.

Successivamente, dalla fine degli anni 2030, il Regno Unito e l'Australia co-produrranno una nuova classe di sottomarini a propulsione nucleare. Il costo totale del programma, che mira a far fronte alla crescente potenza militare cinese, è stimato in almeno 235 miliardi di dollari americani in 30 anni per l'Australia.

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