I misteri e i litigi che hanno accompagnato l’eredità di Gianni Agnelli hanno ottenuto, per il momento, un primo risultato evidente: quello di attirare l’attenzione del fisco e dell’opinione pubblica su uno dei patrimoni più celebri e consistenti d’Italia. Così Panorama nel numero oggi in edicola pubblica i redditi dichiarati nel 2007 da alcuni membri della famiglia Agnelli: dati che emergono dal lavoro della commissione di esperti dell’Agenzia delle entrate guidata dal coordinatore regionale del Piemonte, Vincenzo Palitta. La guerra scatenata da Margherita, figlia di Gianni, contro la madre Marella e i tre uomini di fiducia del padre (Franzo Grande Stevens, Gianluigi Gabetti e Sigfried Maron), è tesa a dimostrare che una cifra valutata tra 1 e 2 miliardi di euro è stata «nascosta» all’estero e sottratta all’asse ereditario. Ma, in attesa di scoprire il tesoro, il fisco si accontenta di accertare i tesoretti dei singoli contribuenti.
Otto i membri della famiglia di cui Panorama diffonde i redditi, e i dislivelli tra gli uni e gli altri inducono ulteriori curiosità: i due fratelli John e Lapo Elkann, per esempio, sono separati da alcuni zeri. Il primo, all’epoca vicepresidente della Fiat, denunciava 2,2 milioni di euro, mentre il secondo ne dichiarava «solo» 74mila. L’emolumento di John, come vicepresidente, era di 582mila euro, mentre le società di comunicazione, investimenti e immagine fondate da Lapo con Andrea Tessitore, datano proprio 2007 e gli eventuali redditi non appartengono a quell’esercizio. Incuriosisce anche il reddito di Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli: 1,227 milioni di euro, quando nel 2004 un accordo post-ereditario sottoscritto con la figlia le garantiva - così è stato scritto - un vitalizio di circa 9,2 milioni di euro annui. Storici soci dell’accomandita di famiglia sono le sorelle di Gianni Clara Giovanna e Maria Sole, i cui redditi erano rispettivamente di 391mila e 94mila euro. Il marito di quest’ultima, Pio Teodorani Fabbri, oggi vicepresidente di Exor, dichiarava 287mila euro. Allegra Caracciolo, vedova di Umberto Agnelli, in coda alla lista, denunciava un reddito impiegatizio: 70mila euro. In realtà la quota nella Sapaz appartiene ai figli Anna e Andrea, quest’ultimo titolare del fondo Lamse, con sedi in Italia e in Gran Bretagna, che denunciava 167mila euro.
Quesiti che tutti ora si porranno: davvero gli Agnelli guadagnano così poco? Le dichiarazioni saranno veritiere? In realtà i redditi, che in alcuni casi appaiono inverosimili, possono rispettare la massima correttezza fiscale. «Il sistema avvantaggia i redditi da capitale, facendoli sfuggire alla progressività e sottraendoli alla dichiarazione annuale» spiega Enrico Zanetti, commercialista e coordinatore dell’ufficio di presidenza dell’Ordine. I dividendi di società di cui non si possieda una quota superiore al 20% (se non quotate) e del 2% (se quotate), subiscono una tassazione alla fonte del 12,5%; se la partecipazione (nelle non quotate) è superiore al 20%, vanno, sì, inseriti nella dichiarazione Irpef, ma godono di un abbattimento del 50% circa. Anche le cedole di Bot e obbligazioni, godono del regime di tassazione sostitutiva, il 12,5%: chi possedesse soltanto azioni e obbligazioni non dovrebbe nemmeno compilare la dichiarazione.
Le società di famiglia, spesso immobiliari, possono decidere di non distribuire dividendi e mantenere intatto il salvadanaio, perché cresca da solo.
Molte le agevolazioni fiscali anche nel mondo agricolo, tipico patrimonio di famiglie interessate a diversificare: il regime contributivo ha come parametro la base catastale dei terreni, che tradizionalmente ha un valore molto basso. E questo vale anche per chi produce il vino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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