Politica economica

Bruxelles apre al nucleare contro l'asse Berlino-Vienna

La commissaria all'Energia sconfessa von der Leyen: "Pronti a creare un'alleanza industriale per l'atomo"

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L'Europa è pronta a uscire dall'immobilismo ideologico sull'energia nucleare. Kadri Simson, commissario europeo all'Energia, ha aperto alla costituzione di un'alleanza industriale sui reattori nucleari modulari (Smr). Ospite dell'ultimo forum europeo sull'energia nucleare a Bratislava a cui l'Italia ha partecipato come osservatore, la funzionaria estone ha per la prima volta sconfessato lo scetticismo di Ursula von der Leyen sul tema. «Oggi posso confermare che la Commissione svolgerà tutti i lavori preparatori in vista del lancio dell'Alleanza industriale nei prossimi mesi», ha detto Simson. Una mossa che si inserisce nel contesto di crisi che l'intero continente sta attraversando dal 2022. Ma sul nucleare il consenso intergovernativo resta frammentato, seppure in crescita. Il blocco contrario è guidato da Germania e Austria, spalleggiate da Spagna, Danimarca, Portogallo e Lussemburgo. Sebbene non manchino le voci dissenzienti (basti pensare alla posizione del ministro Lindner), Berlino ha chiuso in primavera le ultime tre centrali e sta lottando per portare avanti la transizione con altri mezzi rinnovabili. Una posizione che la Commissione ha difeso almeno fino all'anno scorso. L'opinione dell'organo esecutivo dell'Unione si è comunque evoluta negli ultimi mesi. Von der Leyen ha escluso l'energia nucleare dalle fonti strategiche, ma ha riconosciuto il suo ruolo fondamentale nello sforzo per conseguire la decarbonizzazione. L'attuale presidenza è ad ogni modo in scadenza, un fatto che la rende un'anatra zoppa in vista delle elezioni del 2024. D'altro canto, la nazione più forte, la Francia, ora non è più sola. Sul nucleare il governo italiano ha deciso di fare sul serio e di puntare su un asse europeo. Alcuni giorni fa è stata annunciata la formazione di un consorzio proprio per lo sviluppo dei reattori nucleari modulari. Un'alleanza industriale di larghissimo respiro che vede l'Italia in prima fila con Enea, l'agenzia nazionale per l'energia, e Ansaldo Nucleare, azienda già impegnata nel progetto Alfred che porterà alla creazione dei reattori di quarta generazione. Con i due big del nostro Paese hanno deciso di collaborare la rumena Raten, il centro nucleare belga Sck Cen e la multinazionale Usa Westinghouse Electric, che conta 430 impianti in tutto il mondo. Ma il fulcro di questo sodalizio sono gli Smr, il nucleare del futuro che dovrebbe rivoluzionare il settore. I cinque partner si dedicheranno alla tecnologia a piombo, che offre un livello maggiore di sicurezza, abbatte i costi e riduce i rifiuti radioattivi a lunga vita. L'obiettivo è di avviare, dopo una fase di test intensivi, la produzione su scala commerciale dei reattori raffreddati con metalli liquidi pesanti, più piccoli ed efficienti rispetto a quelli convenzionali. L'input arriva da Bruxelles, sede della firma del memorandum sottoscritto dal primo ministro belga De Croo e dal presidente della Romania Iohannis insieme ai rappresentanti di Roma e Washington.

L'Italia fa così una scelta di campo e lavora in silenzio per cambiare il paradigma che rischia di sabotare l'Europa sull'indipendenza energetica.

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