Economia

I debiti col Fisco? Svolta: cosa accade dopo 5 anni

Si lavora ad una nuova riforma di riscossione: il Fisco avrà 60 mesi di tempo per riscuotere. Bagnai: "Passaggio dalla logica dell'accanimento a quella della razionalità amministrativa e dell'efficienza"

I debiti col Fisco? Svolta: cosa accade dopo 5 anni

Sembra essere in arrivo la nuova riforma della riscossione, con la quale il governo intende porre rimedio ai tempi lunghissimi della burocrazia ed allo stesso tempo cercare di risolvere il problema dei molti arretrati. L'Agenzia delle entrate avrà dunque 60 mesi (5 anni) di tempo per riscuotere quanto le spetta: al termine di questo periodo, se il provvedimento dovesse diventare effettivo, le ormai ben note cartelle esattoriali verranno eliminate. Si parla di ben 160 milioni di cartelle in attesa, l'80% delle quali relative all'arco temporale compreso fra gli anni 2000 e 2015, e di ben mille miliardi che devono ancora essere recuperati dal Fisco.

Tanti i cittadini del Bel Paese ad avere conti in sospeso: per la maggior parte si tratta di multe ed imposte non pagate, molte delle quali ormai finite nel cosiddetto dimenticatoio.

Il piano

Dopo le riforme del 1999 e del 2006 (nascita di Equitalia), pare dunque essere in arrivo un nuovo provvedimento. Al momento, come ammesso anche dallo stesso esecutivo, non sono stati fatti grandi passi in avanti nella riscossione delle tasse, ecco perché nel decreto Sostegni è stato inserito un condono."È chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha funzionato, uno Stato che ha permesso l'accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa", ha affermato il presidente del Consiglio Mario Draghi, come ricordato da Il Messaggero. Da qui la necessità di studiare un nuovo piano, e proprio per tale ragione sta lavorando il ministro dell'Economia Daniele Franco, che sottoporrà presto al giudizio del Parlamento le sue proposte per quanto riguarda i "criteri per procedere alla revisione del meccanismo di controllo e di discarico dei crediti non riscossi".

"Per i contribuenti che non estinguono il debito, a seguito della notifica della cartella o dell'avviso, è necessario avviare le attività di recupero all'interno di un quadro normativo che si presenta macchinoso ed impone lo svolgimento di attività pressoché indistinte per tutte le tipologie di credito iscritte a ruolo, non potendo modulare l'azione di recupero secondo principi di efficienza ed efficacia", ha spiegato Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle entrate."Questo condiziona la possibilità di migliorare i risultati di riscossione". Sono tante le cose a non funzionare. In alcuni casi, ad esempio, prevale il garantismo, con le norme a tutela del contribuente che limitano o addirittura impediscono il recupero della cifra dovuta, mentre in altri sono i cittadini ad essere letteralmente perseguitati dal Fisco anche per somme irrisorie.

L'Agenzia delle entrate chiede una seria riduzione dei termini di esigibilità dei crediti, che proprio lo scorso anno sono stati prorogati. Al momento, dunque, si sta pensando a dei termini temporali precisi, vale a dire 60 mesi. Passati 5 anni la cartella, anche in caso di mancata riscossione, sarà annullata. Intervenire modifincando il meccanismo dell'inesigibilità, consentirebbe di programmare al meglio l'attività di riscossione, ottimizzando tempi e mezzi.

Il commento di Bagnai

Sulla questione è intervenuto anche il responsabile economico della Lega Alberto Bagnai, che ha accolto con entusiasmo la notizia: "Salutiamo con grande favore la decisione del Governo Draghi di affrontare in modo strutturale il tema della riscossione fiscale, in particolare dando compiuta attuazione all'istituto del cosiddetto 'discarico per inesigibilità'", ha dichiarato il senatore, come riportato da AdnKronos.

"L'ipotesi in discussione prevede che dopo un congruo lasso di tempo, pari a cinque anni, i carichi fiscali che risultino inesigibili vengano stralciati. Il perimetro temporale del cosiddetto 'magazzino fiscale' viene così ridotto, con l'obiettivo di incrementare l'efficienza finanziaria della riscossione e di liberare risorse amministrative da dedicare all'obiettivo centrale della lotta all'evasione", ha aggiunto.

"Questo passaggio dalla logica dell'accanimento a quella della razionalità amministrativa e dell'efficienza finanziaria è un passo in avanti in quella rivoluzione del buonsenso che rappresenta la cifra dell'azione di Governo e in generale della proposta politica della Lega", ha concluso.

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