Economia

Il caos dei bonus fiscali: quali posso sparire (o cambiar nome)

Il direttore generale Caf Acli auspica degli interventi per razionalizzare la complessa materia

Il caos dei bonus fiscali: quali posso sparire (o cambiar nome)

Ben 60 bonus fiscali su 81 presenti nel 730 sono usati solo dall'1% dei contribuenti: questo il dato emerso su un campione di 1,3 milioni di dichiarazioni dei redditi presa in esame da Caf Acli per Il Sole 24 Ore. Nell'analisi entrano deduzioni/detrazioni del Quadro E del 730, con l'unica esclusione dei bonus casa.

Una situazione su cui metter mano, secondo il direttore generale Caf Acli Paolo Conti: "Guardiamo solo il caso delle erogazioni liberali, che spaziano da quelle per l'ospedale Galliera fino al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato" (una donazione media di 178 euro effettuata da 1 italiano ogni 100mila). Vi sono comunque bonus di fondamentale importanza anche se poco usati, come la detrazione al 19% finalizzata all'acquisto di cani per non vedenti (0,2 dichiarazioni si 100mila).

Il problema non è lo scarso utilizzo di alcuni bonus ma il disordine con cui numerosi di essi si sono accumulati negli anni: si è arrivati fino a 602 tax expenditures (171 relative al solo Irpef). Il riordino pare una condizione necessaria, anche se nulla di certo si sa sulle eventuali modifiche. Finalità delle agevolazioni, equità ed efficienza del prelievo dovrebbero essere i principi ispiratori, almeno nelle speranza del disegno di legge. Il Sole 24 Ore ipotizza l'accorpamento per alcuni dei bonus meno usati, molti dei quali sarebbero raggruppabili in categorie più ampie. Parlando di erogazioni liberali, ad esempio, ve ne sono di vario genere e con caratteristiche molto differenti tra di esse (alcune sono deducibili, altre detraibili in diverse percentuali): tra volontariato, enti parco ed istituti di ricerca, le singole voci superano raramente l'1% del totale dei 730 compilati. "Si potrebbe semplificare il quadro individuando una percentuale massima di donazioni deducibili in rapporto al reddito del dichiarante e identificare un elenco dei possibili beneficiari delle donazioni, meglio se richiamando altre liste ufficiali già esistenti", auspica il direttore generale Caf Acli Paolo Conti.

Anche le spese per i disabili, disomogenee e sparpagliate in vari righi e codici della dichiarazione, potrebbero essere accorpate. Si possono citare le differenze per quanto concerne quelle di acquisto e mantenimento del cane guida (per questo è previsto un bonus fisso), le detrazioni per i costi dei "servizi di interpretariato" a beneficio dei non udenti o ancora gli sgravi per l'acquisto di veicoli destinati ai disabili. Si parla di cifre talora consistenti (per ogni veicolo si possono superare i 15mila euro) ma soprattutto di un tema molto delicato, per ottimizzare il quale dovrebbe essere richiesta particolare sensibilità ed attenzione.

Disomogeneo anche l'ambito delle spese per figli e famiglia. Accanto al bonus best-seller (6,6% dei modelli 730 presi in esame), detrazione applicabile alla mensa scolastica per le scuole pubbliche o alla retta per quelle private, ve ne sono altri confusionari o poco determinanti: la detrazione per le spese sportive dei figli (3,6%) non supera i 210 euro e non si riferisce a tutte le attività connesse al tempo libero.

"Anche queste spese", spiega Conti in conclusione,"si possono raccogliere in un'unica voce, tabilendo un importo massimo deducibile legato a ciascun figlio, includendo mense e rette scolastiche, tasse universitarie e canoni d'affitto per i fuori sede, ed eliminando distinzioni cervellotiche come i 100 chilometri di distanza minima tra l'ateneo e la residenza dello studente".

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