Economia

L'operazione che fa scattare il controllo del Fisco: chi rischia

La GdF farà controlli serrati sulle attività di numerosi conti correnti esteri per scongiurare evasione fiscale e frodi: ecco quali sono i rischi e le operazioni sotto controllo

L'operazione che fa scattare il controllo del Fisco: chi rischia

La Guardia di Finanza è pronta a partire con controlli a tappeto sui conti correnti esteri nelle prossime settimane: nell'occhio del Fisco nomi e codici fiscali dei contribuenti con conti all’estero o per conto dei quali gli operatori finanziari e i professionisti hanno concluso operazioni con l’estero.

Ecco chi rischia

I questionari inviati avranno l'obiettivo di avere più info possibili sulle operazioni cercando individuare e scongiurare possibili frodi. Lo scopo sarà quello di “rafforzare gli strumenti di contrasto del fenomeni di illecito trasferimento e detenzione di attività economiche e finanziarie all’estero, consentendo di acquisire informazioni di rilevante interesse operativo relative a operazioni transfrontaliere dietro le quali possono celarsi condotte di evasione fiscale e altri illeciti collegati”, si legge sulla circolare n.018399 del 2 luglio 2021. Tutti i soggetti coinvolti con l'estero saranno sotto attenzione delle Fiamme Gialle: intermediari, banche e società di investimento, società di criptovalute e istituti di moneta elettronica, fiduciarie e società che erogano finanziamenti, società del gioco on line, commercialisti, avvocati e notai.

Le operazioni sotto controllo

Le operazioni a rischio saranno tutte quelle sopra la soglia dei 15 mila euro, somma oltre la quale scatta il monitoraggio fiscale. Come riporta, il superamento di questo limite fa scattare i controlli a prescindere dal fatto che si tratti di un’operazione unica o frazionata. All'invio dei questionari della GdF, si avranno 15-30 giorni di tempo per fornire le risposte adeguate ed evitare di incappare nell'occhio di frode, evasione ed elusione. In caso di mancata risposta sono previste sanzioni il cui importo può variare da un minimo di 2mila euro ad un massimo di 21mila euro. In caso di reticenza, invece, sono previste multe da 250 euro a 2 mila euro.

I controlli "volano" a Dubai

Come ci siamo occupati di recente (leggi qui), l'Italia ha chiesto alla Germania, attraverso l'Agenzia delle Entrate, i dati dei cittadini italiani contenuti nei file acquistati da Berlino da una fonte anonima relativi a persone con patrimoni negli Emirati Arabi, in particolare a Dubai, per andare a caccia degli evasori fiscali: in questo modo, il fisco italiano ha intenzione di mettere i bastoni fra le ruote a chi possiede patrimoni negli Emirati lontano da occhi indiscreti. Ad attivare la procedura su questa nuova “lista Dubai” sarà, come detto, l’Agenzia che potrebbe ricevere l'aiuto anche dalla Guardia di Finanza con la quale ha la possibilità di scambiarsi le informazioni fiscali. L’indiscrezione è arrivata proprio nel giorno in cui la GdF ha scoperto 3.500 evasori totali con proposte di sequestro per 4,4 miliardi di euro per l'anno 2020. Sempre secondo fonti, la Germania avrebbe acquisito i dati fiscali di una lista "infinita" con milioni di persone che hanno patrimoni negli Emirati Arabi tra cui, ovviamente, anche migliaia di cittadini tedeschi. Questi dati serviranno a Berlino per valutare eventuali ipotesi di evasione fiscale. “Usiamo tutti i mezzi per scoprire i reati fiscali”, ha dichiarato il ministro delle Finanze, il socialdemocratico Olaf Scholz, in corsa per la cancelleria. “Per mia iniziativa l’ufficio federale per le imposte si è procurato un Cd con dati fiscalmente rilevanti dall’emirato di Dubai”, ha aggiunto lo stesso Scholz al quotidiano tedesco Der Spiegel, sottolineando come gli evasori fiscali siano paragonabili ai criminali.

Chi non avrà, infine, aderito alla "voluntary disclosure", cioè la "sanatoria per i capitali esportati all’estero arriva la resa dei conti: chi non si sarà messo in regola con il Fisco, anche se non è necessariamente finito in un paradiso fiscale, sarà “attenzionato”.

Commenti