"Così il governo rilancia la Borsa e le nostre aziende"

Il sottosegretario al Mef: "Con il Ddl Capitali accesso più facile ai mercati. E i temi finanziari entrano a scuola"

"Così il governo rilancia la Borsa e le nostre aziende"
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L'idea è rendere Piazza Affari più attrattiva, ma anche convincere molte piccole medie imprese italiane a spiccare il volo tramite la quotazione in Borsa. Il Disegno di legge Capitali, varato lo scorso aprile dal Consiglio dei ministri, propone una serie di modifiche per «offrire un contesto più snello e favorevole a quei soggetti che oggi faticano a entrare sul mercato», spiega a Il Giornale il sottosegretario al ministero dell'Economia, Federico Freni. Dal voto plurimo, all'educazione finanziaria, fino alla stretta sull'abusivismo finanziario il provvedimento propone una serie di novità per il mercato dei capitali di casa nostra.

C'è una tendenza mondiale, anche in Italia, al delisting dalle Borse. Come pensate di fermare il fenomeno?

«Il delisting è un problema diffuso ovunque, ma soprattutto in Italia. Il nostro mercato è meno attrattivo rispetto a quelli degli altri Paesi europei. La nostra idea è favorire la permanenza sui listini e la quotazione delle imprese facilitando l'accesso ai mercati. Vogliamo offrire un contesto più snello e favorevole a quei soggetti che oggi faticano a entrare sul mercato».

L'Italia ha tante piccole e medie imprese che hanno il problema della scarsità di capitali per svilupparsi. Come favorire l'accesso del piccolo risparmio al capitale delle pmi?

«Esistono molti strumenti possibili che possono favorire l'apporto di equity, a tutti i livelli. Uno di questi è certamente la leva fiscale. Ma sono convinto che, a livello sistemico, sia necessario concentrare nel comparto pmi le migliori energie del Paese in termini di investimento. Anche per superare la storia bancocentrica delle nostre imprese, aprendo il mercato a equity e debito differenziati».

Il Ddl interviene sull'ampliamento della leva del voto plurimo: portandolo da 1 a 3 a 1 a 10. Perché questa scelta che tende a rafforzare gli azionisti più forti?

«Il rafforzamento del voto plurimo va inquadrato in un'ottica comunitaria, cioè di allineamento alle prassi di altri Paesi. Sottolineo, però, che è stato previsto solo per le società quotande e non per quelle già quotate: potrà usufruirne solo chi entra. Per le società già quotate restano in vigore le regole preesistenti. Mi preme evidenziare il duplice obiettivo che si pone questo disegno di legge: l'imprenditore sa che, in questo modo, non sarà mai ostaggio delle minoranze nonostante la quotazione, mentre gli azionisti sapranno già fin dall'inizio chi avrà in mano le sorti dell'azienda».

Nel Ddl Capitali sarà inserita una normativa per regolamentare la presentazione in assemblea della lista del cda?

«Ritengo che le scelte sistemiche di corporate governance che prevedono l'introduzione di nuovi istituti richiedano, al netto della prassi, un serio supplemento di riflessione. Peraltro ci sono temi più pressanti in materia di governo societario che richiedono una soluzione».

Il Ddl affronta il tema dell'educazione finanziaria, un ambito dove gli italiani sono indietro rispetto ad altri Paesi. Come sarà inserita a scuola?

«L'educazione finanziaria è uno dei pilastri del ddl Capitali. Non pretendiamo che i cittadini conoscano minuziosamente la contabilità pubblica, ma è importante che posseggano delle conoscenze finanziarie di base per saper effettuare scelte di investimento con maggiore consapevolezza. D'intesa con il ministro dell'Istruzione Valditara vorremmo inserire l'educazione finanziaria tra le materie scolastiche, anche con il supporto di player del settore che sono disponibili a investire su questi corsi. Personalmente sarei contento se le mie figlie potessero seguire queste lezioni a scuola. Al di là della nota personale, penso che sarebbe utile per tutte le ragazze e i ragazzi».

Quali sono i tempi di approvazione del Ddl?

«Auspico la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro la fine di quest'anno».

Nel Ddl avete inserito anche un ampliamento dei

poteri di Consob sull'abusivismo finanziario con una stretta sulla pubblicità?

«Abbiamo voluto dare a Consob poteri di vigilanza più incisivi per arginare questo fenomeno, che spesso presenta risvolti problematici».

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