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Valentino ora è francese. Kering compra il 30%. Affare da 1,7 miliardi

Un'altra storica maison d'alta moda italiana va a Parigi

Valentino ora è francese. Kering compra il 30%. Affare da 1,7 miliardi

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Un'altra storica maison d'alta moda italiana va a Parigi. Il gruppo Kering che controlla tra gli altri Gucci, Bottega Veneta, Pomellato ha comprato dal fondo di investimento del Qatar Mayhoola il 30% di Valentino, realtà d'eccellenza fondata a Roma nel 1960 da Valentino Garavani.

Un primo passo che è solo il preludio al controllo totale, Kering ha infatti un'opzione per salire al 100% della maison entro il 2028. Non solo. L'affare da 1,7 miliardi è una sorta di cavallo di Troia per il fondo Mayhoola, che potrebbe diventare azionista della stessa Kering.

«Sono impressionato dall'evoluzione di Valentino sotto la proprietà di Mayhoola e sono molto grato che Mayhoola abbia scelto Kering come partner per lo sviluppo di Valentino - ha detto François-Henri Pinault, presidente e ad di Kering - una maison italiana unica che è sinonimo di bellezza ed eleganza. Sono molto soddisfatto di questo primo passo della nostra collaborazione con Mayhoola per sviluppare Valentino e procedere nel deciso percorso strategico di elevazione del marchio che Jacopo Venturini continuerà a guidare».

D'altra parte, i numeri parlano chiaro. Valentino, che ha 211 negozi sparsi in 25 Paesi, ha archiviato il 2022 con un bilancio quasi da record. La storica maison, alla cui guida creativa dal 2008 c'è Pierpaolo Piccioli, ha fatto registrare 1,42 miliardi di ricavi nell'esercizio dello scorso anno, in incremento del 15% a cambi correnti e del 10% a cambi costanti rispetto ai dodici mesi del 2021. Crescita a doppia cifra anche per i margini con un ebitda di 337 milioni (+18%) e un ebit di 121 milioni (+30%). Un risultato messo a punto grazie alla strategia implementata dal Ceo Jacopo Venturini a partire dal giugno 2020 e che ha portato la maison romana a incrementi di fatturato a doppia cifra dopo anni di crescita lenta. Europa, Nord America e Medio Oriente si sono confermati i mercati trainanti per la griffe.

E se Valentino macina ricavi, anche il nuovo socio e futuro proprietario Kering conferma la sua grandezza, anche se la crescita è stata contenuta: il colosso francese ha chiuso il primo semestre 2023, approvato ieri, con ricavi per 10,1 miliardi di euro, in aumento del 2%. L'utile operativo si è ridotto a 2,8 miliardi (-3%), «in un contesto di continui investimenti nelle case del gruppo».

Un periodo, la prima metà dell'anno, in cui il colosso presieduto e guidato da François-Henri Pinault ha rilevato Creed, storica casa di fragranze di lusso.

Prosegue, dunque, a gran ritmo il periodo di profondo rinnovamento per Kering, che solo pochi giorni fa aveva annunciato a sorpresa una serie di cambiamenti nella sua organizzazione: dall'uscita di Marco Bizzarri da Gucci (al suo posto è in arrivo Jean-François Palus) alla promozione dell'ad di Saint-Laurent Francesca Bellettini a deputy Ceo, una figura creata appositamente per lei, che avrà poteri di supervisione su tutti i marchi del gruppo. Tra i brand chiave di Kering ci sono Gucci, Yves Saint-Laurent, Bottega Veneta, Alexander McQueen e Balenciaga. E ora anche Valentino.

Per il settore in generale prosegue il fermento dopo il risiko del 2022: Crocs che ha acquisito Hey Dude per 2,5 miliardi di dollari (circa 2,3 miliardi di euro), Carlyle ha comprato Dainese, Estée Lauderche ha rilevato Tom Ford per 2,8 miliardi di dollari e Farfetch ha acquisito il controllo di Ynapper per un miliardo di dollari, rilevando il 47,5% del capitale dalla svizzera Richemont.

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