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Ferretti sbarca in Piazza Affari e diventa un po' meno cinese

Il gruppo Weichai vende fino al 28,75% e va sotto il 50% del big degli yacht di lusso. Il nodo del golden power

Ferretti sbarca in Piazza Affari e diventa un po' meno cinese

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Un noto marchio della nautica di lusso sbarca a Piazza Affari. Dopo il via libera dell'assemblea dei soci del 18 maggio, infatti, Ferretti Group ha confermato l'intenzione di procedere alla quotazione su Euronext Milan non appena arriveranno le autorizzazioni. Si tratta di un ritorno, perchè l'azienda era già stata sulla Borsa italiana circa vent'anni fa. Ed è un dual listing, dopo che la multinazionale si era quotata circa un anno fa a Hong Kong. Ora la proprietà cinese, che detiene attraverso la Ferretti International Holding il 63,75% del capitale, venderà in un'offerta riservata a investitori istituzionali fino al 28,75% della sua quota nell'ambito dell'Ipo.

L'obiettivo ufficiale è ottenere una maggiore liquidità del titolo, quotandolo su un mercato europeo capace di fornire un volume più massiccio di scambi. Ma anche, si legge sul comunicato, per consentire alla società di ampliare la composizione del proprio azionariato in regioni, quali Europa, Medio Oriente e Americhe, che rappresentano i principali mercati. A maggior ragione in Italia, visto che gli yacht di Ferretti, azienda fondata a Bologna nel 1968, sono un marchio del Made in Italy.

L'azienda è un altro gioiellino italiano finito dal 2012 in mani cinesi, per la precisione il gruppo Weichai: una società a controllo statale specializzata nella produzione di motori diesel, accessori per auto e macchine movimento terra. Tra gli azionisti, però, c'è anche l'italiano Piero Ferrari, figlio di Enzo, che attraverso la sua F Investments ne detiene intorno all'8 per cento. Se tutto il 28,75% fosse ceduto, i cinesi potrebbero scendere al 35%, una quota di maggioranza relativa. Un'operazione che acquisisce interesse dopo il caso Pirelli, dove il rinnovo del patto parasociale ha fatto scattare il Golden Power. In ambienti finanziariari, qualcuno azzarda l'ipotesi che l'operazione possa essere preventiva nell'ottica di evitare future noie collegate alla normativa.

Il gruppo, che raccoglie 7 marchi e ha clienti vip come David Beckham, ha fatturato oltre un miliardo di euro l'anno scorso e ha affari che vanno a gonfie vele: nel primo trimestre gli ordini hanno raggiunto quota 1,49 miliardi, per un utile netto di 18,6 milioni (+42%). La pandemia ha favorito la concentrazione della ricchezza, aumentando il numero dei poveri ma anche quello dei ricchi, il che ha accresciuto i potenziali acquirenti di questo mercato che tra l'altro è poco sensibile all'inflazione. L'azienda, che impiega circa 1600 dipendenti, produce imbarcazioni che vanno dai motoscafi agli yacht di 90 metri. Si arriva anche a prodotti molto personalizzati, che possono costare decine di milioni di euro.

La proprietà cinese ha affidato la carica di amministratore delegato all'italiano Alberto Galassi, che guida l'azienda dal

2014. Il presidente, invece, è cinese e si chiama Tan Xuguang. La gestione, tuttavia, ha mantenuto il baricentro in Italia dove si contano sei cantieri operativi, ai quali si aggiungerà quello di Ravenna a partire dal 2024.

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