Economia

Fisco, la tregua è finita: valanga di rate sospese per imprese e famiglie

Rottamazione, tutto novembre per mettersi in regola. Ma versando subito il dovuto

Fisco, la tregua è finita: valanga di rate sospese per imprese e famiglie

Novembre è tradizionalmente un mese molto pesante per chi è obbligato agli adempimenti tributari. In questa fase di progressivo superamento della crisi pandemica il caso ha voluto che alle tradizionali scadenze si sovrapponessero anche i versamenti delle rate delle rottamazioni e del saldo e stralcio sospese causa Covid. Oggi è il termine ultimo per pagare le rate in scadenza nel periodo di sospensione (8 marzo 2020 - 31 agosto 2021). L'ultima proroga, fissata dal dl Fiscale collegato alla manovra, ha inoltre esteso da 10 a 18 il numero di rate che, in caso di mancato pagamento, determinano la decadenza della dilazione. Secondo la relazione tecnica che accompagna il decreto, il numero minimo di rate da pagare sulle cartelle oggetto di definizione agevolata (si paga solo il debito senza interessi e sanzioni) è di tre, inclusa la scadenza di settembre o di ottobre 2021. In ogni caso, il dl Fiscale allunga da 10 a 18 il numero massimo di rate non saldate per non perdere il beneficio. Dunque occorrerà onorare la differenza tra lo scaduto e 18 per mettersi più o meno in regola.

Molto più problematica la situazione di coloro che sono decaduti dalle precedenti rottamazioni e che si possono rimettere in gioco grazie al dl Fiscale. L'articolo 1 rimodula il termine di versamento delle rate scadute nel 2020, prevedendone il pagamento entro il 30 novembre, lo stesso giorno in cui è previsto anche il saldo di tutte le rate 2021 sospese causa Covid. Il repêchage, però, è molto oneroso perché il versamento dovrà avvenire in un'unica soluzione senza possibilità di dilazioni. Il 30 novembre, inoltre, i contribuenti autonomi devono effettuare il pagamento del secondo acconto delle imposte dirette (Ires, Irap, Irpef), delle sostitutive e dei contributi previdenziali. Insomma, un drenaggio di liquidità da parte dell'Agenzia delle Entrate guidata da Ernesto Maria Ruffini che porrà dinanzi al dilemma tra saldare gli acconti e non perdere i benefici della rottamazione.

Per questo motivo il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ha stigmatizzato la decisione di far coincidere la fine della tregua con un periodo fiscalmente probante e uno scenario connotato ancora da forti incertezze. «L'Agenzia delle Entrate dichiara conclusa l'emergenza sanitaria e fa sapere agli italiani che il 2 novembre terminerà la moratoria sul pagamento delle tasse. Se si tratta di massacrare famiglie e imprenditori già strangolati dalla crisi, la pandemia è finita. Se invece si tratta di mantenere ancora lo stato d'emergenza, allora il rischio Covid è ancora altissimo», ha dichiarato criticando «l'intollerabile doppio gioco del governo sulla pelle degli italiani». Non a caso il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in sede di discussione politica della legge di Bilancio aveva chiesto un «rinvio selettivo delle cartelle esattoriali per i debiti prodotti nei mesi della pandemia». E probabilmente il centrodestra cercherà di intervenire nelle commissioni parlamentari per ottenere se non una rottamazione-quater una dilazione per i bollettini non ancora onorati.

Novembre non è, infatti, il mese giusto.

Oggi scadono la terza rata Irpef (saldo 2020 e acconto 2021) per i non titolari di partita Iva nonché si deve saldare la terza rata del canone Rai per chi non la paga con la bolletta della luce. Martedì 16 novembre sono in calendario 147 versamenti tra cui sesta rata Irpef per i soggetti Isa e la terza per i titolari di partita Iva, la Tobin Tax e, infine, il saldo e l'acconto della cedolare secca.

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