Il giorno seguente alla pubblicazione dei numeri preconsuntivi di Tim, l'amministratore delegato Pietro Labriola ha parlato agli analisti. Ha parlato di «punto di svolta», l'ultima call «da società integrata». Lo scorporo della rete, infatti, è stato al centro dell'interesse. «Continuiamo a essere tranquilli sulle tempistiche, è normale che gli operatori alternativi chiedano qualcosa» alle autorità europee. L'ad ha poi affermato che l'accordo sulla rete con Kkr «è vincolante». Insomma, «questo contratto verrà chiuso, siamo abbastanza sicuri che avverrà tra giugno e luglio».
Quanto alla società dei cavi internazionali Sparkle, per la quale sono in corso le trattative con il Mef, Labriola ha confermato che si sta ragionando su una struttura alternativa dell'operazione tra cui il mantenimento di una quota di minoranza da parte di Tim. Una postura più permissiva dell'Unione europea circa le fusioni tra società delle tlc potrebbe aprire possibilità per la Tim senza la rete. «Nel futuro possiamo far parte della partita, se staremo alla finestra avremo dei vantaggi, se avremo una partecipazione attiva avremo altri vantaggi» ma siamo «pronti sul pezzo per capire cosa succederà e agire».
Intanto, riporta Reuters, Vodafone al momento ha Swisscom (Fastweb) come unico interlocutore per la cessione delle sue attività italiane. Anche se per Labriola la soluzione migliore «Sarebbe la fusione» di Vodafone «con Iliad».
La tlc britannica di recente rifiutato un'offerta dell'operatore francese. Intanto, ieri la Cassazione ha dato torto a Tim sulla class action contro la fatturazione a 28 giorni (invece che un mese) per la telefonia fissa.
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