Economia

Inchiesta Uber: ai rider i soldi sequestrati

I 44 ciclo-fattorini avranno 10mila euro ciascuno come risarcimento

Inchiesta Uber: ai rider i soldi sequestrati

Avranno 10mila euro di risarcimento ciascuno i 44 rider che si sono costituiti parte civile nel procedimento per caporalato che ha visto coinvolta Uber Eats Italy e alcune società intermediarie. La decisione è stata presa dal tribunale di Milano dal giudice Teresa De Pascale, insieme alle prime condanne arrivate per tre imputati che avevano scelto il rito abbreviato. Giuseppe Moltini, uno dei titolari delle società intermediarie, è stato condannato a 3 anni e 8 mesi con l'accusa di caporalato, mentre per gli altri due imputati sono arrivate condanne per reati fiscali. Contemporaneamente, il giudice ha stabilito, come già detto, la provvisionale da 10mila euro in favore di ciascuno dei rider e una da 20mila euro per la Cgil che era stata ammessa come parte civile.

Per pagare queste somme, saranno convertite in provvisionali gli importi sequestrati, ossia circa 500mila euro, dal pm Paolo Storari nel corso dell'inchiesta. Il giudice ha anche stabilito il risarcimento delle spese processuali nei confronti delle parti civili.

Le indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano avevano portato al commissariamento, nel maggio 2020, della filiale italiana di Uber: commissariamento che fu revocato lo scorso marzo dai giudici dopo il riconoscimento di un percorso virtuoso intrapreso dalla società per ripristinare la legalità e tutelare le paghe dei ciclofattorini. Già lo scorso luglio sempre il giudice Teresa De Pascale aveva rinviato a giudizio Gloria Bresciani, manager (sospesa) di Uber Italy, anche lei coimputata per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nell'ambito dell'inchiesta condotta dal pm Paolo Storari avviata nel maggio 2020. Bresciani, difesa dall'avvocato Domenico Aiello, comparirà lunedì prossimo davanti alla nona sezione penale del tribunale.

«Siamo soddisfatti che si sia riconosciuto che questi lavoratori non dovevano essere trattati come schiavi, a 3 euro e cinquanta all'ora un cottimo puro a qualsiasi condizione climatica» - dice Giulia Druetta che assiste i 44 rider insieme ai legali Bonetto, Vitale, Riverditi e Martinelli.

Soddisfatta anche la Cgil- Camera del Lavoro di Milano.

«Il risarcimento alla Cgil - recita un comunicato- conferma il ruolo del sindacato di tutela e promozione dei diritti dei lavoratori, in questo caso i rider, esposti al rischio di sistematico sfruttamento».

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