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L'ecologismo che nega la realtà

Leonardo Sciascia, acuto scrittore siciliano, metteva in guardia dai moralisti senza morale, professionisti nel puntare l'indice e nel mettersi di traverso su tutto

L'ecologismo che nega la realtà

Leonardo Sciascia, acuto scrittore siciliano, metteva in guardia dai moralisti senza morale, professionisti nel puntare l'indice e nel mettersi di traverso su tutto. Mi è tornato in mente il suo pensiero nel vedere il modus operandi dei professionisti dell'ambientalismo. Che, in nome di una visione delle cose distorta da chiodi fissi, si dimentica delle cose. E cioè della realtà dei fatti.

In sintesi, potremmo dire che gli ambientalisti non vogliono il bene vero all'ambiente. Un professionismo che rifiuta il bene, insomma. E a proposito di fatti, costoro, ovvero quelli impegnati in politica, vorrebbero consentire al sindaco di Roma di approvare sì nuovi impianti per i rifiuti ma giammai i termovalorizzatori. Verrebbe da dire, andiamo avanti con le discariche e altolà a sistemi di smaltimento dei rifiuti tecnologicamente avanzati. In nome di che cosa tale scelta scriteriata ed economicamente svantaggiosa? Proprio in nome della distorsione della realtà. Di un massimalismo che non porta mai del bene. Un inquinamento del pensiero che, nel nostro caso, si traduce in più inquinamento. Quindi soprattutto in un danno per la salute.

Intendiamoci, quando si parla di smaltimento dei rifiuti l'impatto zero è un'utopia. Quel che è opportuno fare per affrontare con giudizio una materia così complessa è adoperarsi per raggiungere risultati apprezzabili. E i termovalorizzatori, allo stato attuale, hanno le caratteristiche per soddisfare tale esigenza. Infatti, sono impianti che nel bruciare i rifiuti creano energia. Bruciano inquinando meno grazie alla tecnologia e parimenti producono quell'energia di cui, oggi più che mai, abbiamo bisogno come il pane. Un vantaggio per tutti che ricade sull'economia reale, cioè famiglie e imprese. Ma questo agli ambientalisti senza macchia non interessa. Si rifiutano di guardare in faccia la realtà.

Chissà cosa ne scriverebbe Sciascia.

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