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Il mercato segue la pista che va da Brembo a Pirelli

Il gruppo dei freni cade in Borsa (-6%): pesa la paura di un aumento anche in chiave Bicocca

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Dopo la notizia del trasloco della sede legale in Olanda, il titolo di Brembo cade vistosamente in Borsa (-6,04% a 13,53 euro). La mossa dell'azienda dei freni è stata letta da alcuni osservatori nell'ottica di una possibile acquisizione di Pirelli (ieri -1,27% a 4,43 euro), considerata dagli analisti di Banca Akros «l'obiettivo più probabile». Una fusione che per gli esperti di Equita sarebbe però da considerare «più positiva per Pirelli». Gli analisti inoltre stimano, in virtù del nuovo voto maggiorato permesso dalla legislazione olandese, che la famiglia Bombassei possa avere «oltre il 40% dei diritti di voto» nel caso Pirelli e Brembo di fondessero, a prescindere dal concambio.

Il via libera definitivo al trasferimento di sede legale potrà arriverà dopo l'assemblea dei soci del 27 luglio. Il mercato, però, ha già reagito visto che l'operazione ha il chiaro intento di condurre in porto acquisizioni, che potrebbero richiedere un aumento di capitale o comunque una diversa configurazione del business.

Nonostante in ambienti finanziari, anche in passato, si siano avanzati dei dubbi sui reali vantaggi di una combinazione industriale tra Brembo e Pirelli, non è un segreto che all'azionista e presidente emerito della società bergamasca, Alberto Bombassei, un'operazione di questo tipo non dispiacerebbe affatto. La sensazione, però, è che la cosa non possa certo concretizzarsi in tempi brevi. Del resto, la situazione di Pirelli è alquanto agitata, con l'intervento del governo e il golden power usato per limitare il raggio d'azione dei cinesi di Sinochem che hanno in mano il 37% del gruppo. E la possibilità che il socio di Pechino possa reagire male all'intrusione governativa. Insomma, se mai si facesse, dovrebbero esserci acque più tranquille.

Certo però il trasloco in Olanda, con una legislazione più favorevole all'impresa intenzionata a raccogliere capitale e fare acquisti, può essere elencata tra le condizioni necessarie all'avveramento di questo scenario. Anche perchè la famiglia Bombassei, oggi mero socio finanziario di Pirelli con il 6% del capitale e alleata della Camfin di Marco Tronchetti Provera, vedrebbe un'operazione del genere nell'ottica di avere il controllo dell'azienda. E a quel punto non è detto che Tronchetti sarebbe disposto a farsi da parte.

Ma se Pirelli è certamente un obiettivo possibile, per Equita non è la sola preda che potrebbe finire nel mirino dei Bombassei: «Non essendoci target dichiarati riteniamo che Brembo possa acquisire altre società complementari (come J.Juan e Sbs Friction)», osservano gli analisti.

Tornando però a Pirelli, il giorno successivo alla rinuncia del manager designato alla successione a Tronchetti nel ruolo di ceo, Giorgio Bruno, il mercato ha spedito ancora il titolo in territorio negativo. In particolare, gli analisti di Oddo Bhf hanno definito l'uscita di scena del manager «l'ultima goccia» a far traboccare il vaso della governance dell'azienda. Insomma, quasi a lasciar intendere che il cda potrebbe diventare una polveriera, tanto da valere un abbassamento del giudizio da «outperform» a «neutral».

Intanto, la Bicocca ieri ha confermata in unica convocazione l'assemblea dei soci che rinnoverà le cariche sociali il prossimo 31 luglio alle 10.

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