Economia

Confindustria attesta la ripresa: boom del Pil nel 2022

Secondo il rapporto di viale dell'Astronomia la crescita economica supera le stime anche graze a un'occupazione in ripresa e deficit in miglioramento. E per l'inizio del prossimo anno prevede un Pil a +10%

Confindustria attesta la ripresa: boom del Pil nel 2022

Migliora il deficit e la ripresa economica viaggia spedita. Sono le previsioni del Centro studi di Confindustria, che nel rapporto pubblicato oggi stima che l'economia italiana tornerà sopra i livelli pre-crisi nella prima metà del 2022. Quest'anno il Pil crescerà del 6,1%, due punti in più rispetto alle stime di aprile, e il prossimo anno si registrerà un ulteriore balzo in avanti del 4,1%. Secondo il rapporto dell'unione degli industriali, "l’ampia revisione al rialzo è spiegata dall’impatto più contenuto della variante Delta del Covid, anche grazie a efficacia e capillarità delle vaccinazioni in Italia, che hanno reso possibile l’allentamento delle misure di contenimento". Questa crescita robusta, che nel biennio supererà il 10%, permetterà di recuperare e superare il tonfo del -9% registrato nel 2020. Gli effetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza si faranno sentire anche sulla crescita trimestrale, che nel corso del 2022 dovrebbe raggiungere lo 0,7%, ben oltre il +0,3% medio registrato nel triennio 2015-2018.

Anche sul lato delll'occupazione i dati sono confortanti. Dopo aver toccato il minimo nel primo trimestre di quest'anno (-811mila unità rispetto al quarto trimestre del 2019), il numero di persone che lavorano è risalito quasi della metà, ma rispetto a due anni fa mancano ancora 413mila posti di lavoro. "Nel corso del 2022 è atteso il recupero sia del numero di persone occupate sia delle ore lavorate pro-capite ai livelli pre-pandemia", si legge nel rapporto. Da viale dell'Astronomia sottolineano anche che lo sblocco dei licenziamenti non ha provocato gli effetti che molti temevano: "non si è registrata la temuta emorragia di lavoratori, secondo l’analisi Banca d’Italia ministero del Lavoro sulle comunicazioni obbligatorie, a luglio si sono registrati circa 10mila licenziamenti, un numero in linea con i livelli medi del 2019". Ora si attende di vedere l'effetto dello sblocco per piccole imprese e aziende tessili, che verrà avviato il primo novembre.

In ogni caso, non si debbono dimenticare i rischi che l'economia italiana può comunque correre nei prossimi mesi. Il primo, secondo Confindustria, è legato alla mancata capacità di sfruttare i fondi del Pnrr e attuare le riforme finanziate con quei soldi. E va messo in conto anche il rischio - che riguarda ogni Paese - dell'arrivo di nuove varianti. C'è poi l'aumento dei prezzi delle materie prime, che ha fatto salire anche l'inflazione: "la dinamica dei prezzi è prevista su livelli contenuti in Italia, dato che le pressioni recenti sono state alimentate quasi esclusivamente dal rincaro delle commodity, specie energetiche, che si ipotizza attenuarsi nel corso del 2022".

Infine, non va sottovalutata la crisi immobiliare del mercato cinese, specie del gruppo Evergrande, che potrebbe trasformarsi in un "una crisi a livello nazionale, che potrebbe avere effetti indiretti molto negativi anche sui partner commerciali della Cina e, più in generale, sull’economia mondiale".

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