Economia

Quattro miliardi per Saipem: a Cdp ed Eni costa 800 milioni

La manovra prevede un aumento da 2 miliardi, un prestito da 1,5 e altro credito fino a un miliardo

Quattro miliardi per  Saipem: a Cdp ed Eni costa 800 milioni

Manovra da oltre 4 miliardi per salvare Saipem dopo il profit warning (il terzo della sua storia recente) lanciato il 31 gennaio. Un aumento di capitale da 2 miliardi, un prestito ponte da 1,5 miliardi e una terza potenziale linea creditizia da 1 miliardo da organizzare entro la ricapitalizzazione.

Il tutto con il decisivo contributo dei soci, Eni e Cdp, e delle banche. D'altra parte la perdita attestata a fine 2021 è stata di 2,4 miliardi e l'alternativa ad un grosso intervento di supporto finanziario era solo il fallimento. Partendo da questo sostegno finanziario il gruppo - che secondo l'ad Francesco Caio punta ancora a "giocare il proprio ruolo nelle infrastrutture" mette in campo una serie di iniziative drastiche per fare cassa. Al momento Saipem non adotta, infatti, un netto cambio di strategia aziendale (resta anche nell'eolico offshore che ha causato le maggiori perdite 2021). In cima alla lista c'è la vendita della divisione drilling (perforazione a terra) per 500 milioni circa; la vendita delle proprie navi che resteranno a Saipem con l'opzione del noleggio, e un taglio dei costi generale.

Quanto alla vendita del drilling, la società sta parlando con un player interessato e potrebbe chiudere l'operazione entro maggio. Secondo il dg Alessandro Puliti, inoltre, seguiranno accordi di "sale and leaseback (vendita e noleggio di lungo periodo) su parti della flotta navale per realizzare 1 miliardo e liberare risorse finanziarie indispensabili per proseguire".

Nell'attesa, sarà onorato senza problemi il bond da 500 milioni in scadenza i primi di aprile, ma parte dell'aumento di capitale sarà anticipato da Eni e Cdp che sono impegnate in base alle loro rispettive quote per 600 milioni (Eni con il 30,4%) e per 250 milioni (Cdp con il 12,5%). L'anticipo sarà di 645 milioni. Il 43% circa dell'aumento sarà quindi a carico dei due soci, mentre il restante 57% è coperto da un un accordo di pre-underwriting (pre-sottoscrizione) con Banco Bpm, Bnp Paribas, Citibank, Deutsche Bank, Hsbc, Illimity, Intesa Sanpaolo e Unicredit. L'obiettivo è ristabilire "mezzi propri coerenti con le dimensioni aziendali, ridurre l'indebitamento, riportare adeguati livelli di cassa e stabilizzare il merito di credito (rating) per poter rifinanziare i prestiti obbligazionari esistenti. Dall'operazione Saipem si attende di ridurre la propria posizione finanziaria netta consolidata a circa 800 milioni a fine anno, per portarla poi vicino allo zero a fine 2025. Sul fronte industriale Saipem punta sulle attività di costruzione e di perforazione in acque profonde (offshore) con una crescita dei ricavi intorno al 15%. Prevista una riduzione dei costi di struttura "per oltre 150 milioni" a fine anno e di 300 nel 2024, con riflessi sul mol, che si porterà da un rosso di 1 miliardo a oltre 500 milioni a fine 2022, per raddoppiare nel 2025. Confermato l'impegno sulla transizione energetica. Dopo un ridimensionamento iniziale delle commesse eoliche da 2,4 miliardi a 800 milioni è prevista un'accelerazione fino a 2 miliardi a fine piano.

Negativo il titolo a Piazza Affari: -2,4% a 1,06 euro.

Commenti