Economia

"Riprese le forniture": Gazprom sblocca il gas verso l'Italia

Gazprom e Eni annunciano lo sblocco del gas bloccato da sabato a Tarvisio. Il Cane a sei zampe garantisce per i contratti di transito

"Riprese le forniture": Gazprom sblocca il gas verso l'Italia

Si sblocca la questione del gas russo bloccato a Tarvisio e impossibilitato a raggiungere l'Italia attraverso i tubi austriaci. Il gigante russo dell'energia Gazprom ha fatto sapere che sono riprese le esportazioni di gas attraverso l'Austria, principalmente dirette all'Italia, aggiungendo che l'azienda e i clienti italiani hanno trovato una soluzione sulle vendite di gas dopo le modifiche normative in Austria che sono entrate in vigore l'1 ottobre scorso ma che il player di Mosca non ha per alcuni giorni ratificato.

Si confermano dunque le sensazioni che fonti interne all'Eni avevano anticipato a IlGiornale.it nella giornata di domenica e che due giorni fa Claudio Descalzi, ad del Cane a sei zampe, aveva confermato parlando pubblicamente ai margini della consegna dei Premi Eni al Quirinale: la questione del gas bloccato in Austria non è paragonabile agli choc alle forniture di oro blu russo avvenuto in giugno e luglio o al taglio unilaterale delle consegne avvenuto nei confronti di Paesi come Polonia e Bulgaria, ma fa riferimento a precise questioni contrattuali.

Gazprom nel corso della giornata di sabato ha interrotto le forniture di gas russo attraverso l'Austria, proseguendo poi nel blocco delle consegne per altri tre giorni. Il tutto, secondo quanto dichiarato dalla major di Mosca, "a causa del rifiuto dell'operatore austriaco" E-Control "di confermare le nomine di trasporto". "La ragione è legata ai cambiamenti normativi che hanno avuto luogo in Austria alla fine di settembre", ha aggiunto il colosso russo. Una dichiarazione da molti ascritta guerra di nervi e psicologica della Russia sul gas condotta da settimane dalla Russia verso l'Europa.

Ma dopo alcuni giorni di blocco l'Italia e l'Eni hanno utilizzato le più pragmatiche delle opzioni a loro disposizione per sbloccare l'impasse. La vera dinamica si è rivelata essere la difficoltà di Gazprom di trovare risorse in euro o dollari nei suoi conti per coprire gli oneri di trasporto del gas verso l'Italia. Descalzi lunedì ha mostrato la volontà dell'Eni di subentrare o al trasportatore o a Gazprom, che non ha pagato 20 milioni di euro di garanzia a E-Control per lo sfruttamento del tratto che deve portare il gas dall'Austria all'Italia attraverso il valico di Baumgarten.

E proprio questa è la dinamica che è andata in scena. "Eni - si legge in un comunicato pubblicato sul sito del Cane a sei zampe - informa che oggi sono ripresi i flussi di gas approvvigionati da Gazprom. La ripresa delle forniture è stata resa possibile dalla risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache". Un comunicato sintetico che non va nei dettagli dell'operazione ma conferma l'avvenuta risoluzione della controversia. Ma nei prossimi mesi bisognerà restare all'erta. Lo stesso Descalzi, parlando al Quirinale ai margini della consegna degli Eni Award, lo ha ricordato: saranno mesi duri per l'Italia se la Russia sfrutterà intenzionalmente nuovi casi del genere per bloccare i flussi del suo gas, ridotto nel mix energetico ma ancora strategico per Roma, l'invero sarà decisamente complesso. Ma per ora la cosa più importante è aver rimosso l'ennesima mina posta da Mosca nella guerra del gas senza provocazioni.

Evitando shock paragonabili a quello vissuto dalla Germania con lo stop a Nord Stream.

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