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Ad aprile scatta "l'ora X" dei bancomat: cosa cambia

Proposto un tetto massimo alle commissioni su Atm di banche diverse dalla propria

Ad aprile scatta "l'ora X" dei bancomat: cosa cambia

Un tetto massimo per le commissioni sul prelievo dal bancomat quando si ritira denaro da una Atm (Automated teller machine) che non fa parte del proprio istituto bancario. È questa la principale novità della proposta che Bancomat spa (società di gestione di circuiti di pagamento e prelievo) prenderebbe in materia di prelievi sugli Atm con l'Autorità garante per la concorrenza del Mercato (Agcm).

Vediamo di cosa si tratta

Come funziona ora e in cosa consiste la nuova proposta

Ad oggi quanto il titolare di una carta bancomat effettua un prelievo presso lo sportello ATM di un'altra banca, l'istituto bancario con cui si ha il conto addebita sul conto corrente del cliente la somma prelevata e accredita la medesima somma alla banca da cui si è effettuato il prelievo con il pagamento di una commissione interbancaria fino a 0,50 euro.

Questo modello di remunerazione è detto per operazioni “in circolarità”; come ricordato in un articolo di LaRepubblica.It, Bancomat spa ha proposto una riorganizzazione del modello con lo spostamento degli oneri sul cliente titolare della carta che all'atto del prelievo, sarà informato preventivamente (e dunque prima dell'autorizzazione al prelievo) del costo di commissione.

In sintesi la commissione interbancaria sarebbe sostituita da una commissione addebitata al titolare della carta il cui importo verrebbe stabilito in via autonoma da ciascun istituto bancario proprietario dell'Atm, che dovrà provvedere, però, ad informare il cliente del costo prima che questi autorizzi l'operazione di prelievo.

Agcm ha voluto verificare "se le nuove regole di circuito possano configurare un'intesa suscettibile di restringere o falsare la concorrenza nel mercato comune, (...) tenendo conto, altresì, dell'impatto sulla capacità competitiva dei vari operatori, anche in considerazione della differente estensione della rete di sportelli Atm".

Infine, come ricorda Repubblica relativamente al bollettino dell’Antitrust del 27 settembre, sarebbe stata prevista una ulteriore modifica con “l'introduzione di previsioni che incidono sulla trasparenza del nuovo modello nei confronti dei soggetti titolari di carta, sui costi supportati dalle banche che emettono le carte, nonché sulla stessa quantificazione della nuova commissione che andrebbe addebitata ai titolari di carta, prevedendone, tra l'altro, la fissazione di un tetto massimo"; quest’ultima modifica dovrebbe garantire maggiore trasparenza nei confronti dell'utente.

Inoltre le modifiche presentate hanno spinto l'Autorità a prorogare il termine dell'istruttoria dalla fine di quest'anno (data entro cui era prevista) al 29 aprile del 2022.

Ma Cosa sta “succedendo” agli sportelli bancomat?

Il problema vero si trova proprio nella gestione degli sportelli bancomat che "diventano sempre più un miraggio: nell’ultimo anno si è assistito alla chiusura di numerosi punti Atm perché la gestione del contante è diventata sempre più costosa e le banche chiudono bottega."

Secondo l’Avv. Pinto, intervistato in un precedente articolo de IlGiornale.It, “la chiusura degli sportelli è legato ad un discorso di risparmio dei costi delle banche, è pacifico. Le banche non riescono più a far fronte ai loro costi di gestione e, invece di offrire maggiori servizi, chiudono gli sportelli bancari. Ma è una scelta delle banche indipendente dal cashback, che è stato introdotto per far diminuire l'uso del contante”.

Come già scritto, non tutte le regioni, però, stanno procedendo di pari passo.

In totale sono già 831 gli sportelli bancari chiusi nel 2020 in Italia, con Bankitalia che ha reso noto come le filiali siano diminuite del 3,4% rispetto al 2019. Nel Bel Paese, attualmente, c’è una banca ogni 2.522 abitanti e in 2.802 comuni non vi è alcun istituto di credito.

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