Economia

Superbonus, cessione del credito bloccato da Intesa e Unicredit

Nonostante l'ok alla quarta cessione del credito, Intesa San Paolo e Unicredit hanno bloccato la misura per tutto il 2022: ecco perché e quali sono le soluzioni

Superbonus, cessione del credito bloccato da Intesa e Unicredit

Anche se c'è stato il via libera per la quarta cessione del credito sul Superbonus e i bonus edilizi fino al 30 giugno, alcune banche hanno deciso di non procedere con queste operazioni come nel caso di Intesa Sanpaolo e Unicrediti, che hanno già raggiunto la massima capienza nel montante di utilizzo del credito di imposta. Per tutto il 2021 e a partire da questo mese, quindi, i due gruppi bancari non potranno procedere circa la cessione dei bonus edilizi.

Cosa dice Intesa

Una nota di Intesa Sanpaolo ha sottolineato che "la banca ha sempre dato continuità e supporto al sistema delle imprese e delle famiglie anche quando la ricettività del mercato aveva subito una battuta di arresto nella seconda metà del 2021, accettando fino a quasi 20 miliardi di euro in lavori", si legge sul Corriere. Se le norme attualmente in vigore non saranno modificate, diventa inevitabile, aggiunge Intesa Sanpaolo, "un progressivo rallentamento dell’acquisizione delle richieste fino all’uscita". II gruppo bancario ha già acquisito più di 4 miliardi di euro di crediti fiscali collegati ai vari bonus edilizi, la metà dei quali per le imprese che hanno previsto e attuato lo "sconto in fattura" e fino a 20 miliardi di richieste in totale. Viste le scadenze dell'anno in corso, è già stato comunicato con largo anticipo ai clienti che, come previsto dalla norma attuale, "da aprile non è più possibile procedere con la cessione di ulteriori crediti collegati a interventi realizzati nell’anno passato".

Cosa dice Unicredit

Situazione molto simile anche quella che riguarda il gruppo Unicredit, che sta riscontrando un enorme volume di richieste "che potrebbero comportare il raggiungimento della massima capacità fiscale possibile per la cessione dei crediti. Alla luce di questo, Unicredit, che fino a oggi ha svolto un ruolo primario nel mercato italiano dell’Eco/Sismabonus e intende continuare a svolgerlo, ha avviato una valutazione interna per poter massimizzare tutte le risorse disponibili e continuare a gestire al meglio i flussi di richiesta della clientela". Come ricorda il Corriere, il totale complessivo delle risorse sul credito di imposta è di circa 1,2 miliardi di euro "senza che la banca abbia dovuto iscrivere a bilancio accantonamenti a fondi rischi o ricorrere a svalutazioni".

Quali soluzioni?

Per provare a venir fuori da questa "strozzatura", può esserci la richiesta di rimodulare le tempistiche portando a 10 anni il periodo di per poter usufruire del credito fiscale per qualsiasi tipologia di operazione e per ampliare il numero delle imprese a cui i privati possono rivolgersi per la cessione del credito: non solo le banche o le società finanziarie ma anche le imprese di qualsiasi tipologia che abbiano una capacità di compensare i crediti. La politica è già a lavoro ma chiede che il Superbonus possa essere prorogato ulteriormente superando la data del 30 giugno come hanno chiesto i presidenti e le deputate Pd delle commissioni Attività produttive e Ambiente della Camera, Nardi e Rotta.

"Chiediamo che sia prorogato il termine per le abitazioni unifamiliari, che la percentuale del 30% sia riferita al complesso dei lavori, che la cessione del credito sia concessa anche a soggetti diversi da banche, istituti finanziari e assicurazioni, che il frazionamento del credito possa essere ceduto anche ai propri correntisti in maniera frazionata per importo e annualità".

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