Economia

Superbonus, soldi finiti. A rischio i nuovi cantieri: cosa sta succedendo

Nato per spronare i cittadini a rendere le proprie abitazioni più ecologiche e sicure, il Superbonus sta sortendo effetti collaterali di difficile gestione e interpretazione. Cosa c’è da sapere

Superbonus, soldi finiti. A rischio i nuovi cantieri: cosa sta succedendo

L’intento del Superbonus è degno di lode, ovvero quello di mettere i cittadini in condizione di vivere in edifici più rispettosi dell’ambiente e più sicuri, con un costo tendente allo zero e con beneficio anche per le aziende del settore. Tuttavia, con l’esaurimento dei fondi disponibili e, nonostante le tante modifiche apportate, il futuro del Superbonus è in forse. Ecco perché non è il momento adatto per avviare lavori di miglioria.

Tutti i nodi del Superbonus

Al primo posto delle preoccupazioni c’è la necessità di portare a compimento i lavori già iniziati. Per quanto possa sembrare un pensiero ovvio, nasconde in sé due grosse insidie. La prima, come riporta la Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna) è relativa all’impossibilità di cedere crediti d’imposta per circa 2,6 miliardi di euro, cosa che mette in crisi 33 mila imprese artigiane. Una situazione paradossale in cui si trovano per avere applicato, come da legge, lo sconto in fattura ai rispettivi clienti. (Un tema che ilGiornale.it ha già sollevato quasi due settimane fa). L’altro pericolo incombe sui cittadini che potrebbero ritrovarsi a pagare fatture per opere mai concluse.

Il legislatore, il Parlamento, è chiamato in causa per trovare una soluzione che risolva i problemi di tutte le categorie. Di per sé la prenotazione dei fondi che lo scorso 10 giugno ha superato di 400 milioni di euro quelli disponibili (33,3 miliardi gli euro stanziati, 33,7 miliardi il totale dei fondi prenotati) non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile, a meno che il governo non chiuda definitivamente i finanziamenti. Il premier Mario Draghi non ha mai nascosto le proprie perplessità, ritenendo il Superbonus una misura discutibile. Per avere una visione più chiara del futuro sarà, con ogni probabilità, necessario attendere la prossima Finanziaria che viene approvata dal Parlamento durante gli ultimi giorni dell’anno solare. Sarà uno scontro tra partiti che parteggeranno per incentivare la spesa pubblica e quelli che hanno una visione parsimoniosa delle risorse statali. Ciò che occorre stabilire è quanto sia sostenibile il percorso burocratico-amministrativo del Superbonus. Le banche hanno già annunciato di avere raggiunto i limiti del proprio carico fiscale e di non volere più accettare nuovi crediti. Resta percorribile la strada del mantenimento del credito al di là dell’anno fiscale, ribaltandone quindi le competenze sull’anno fiscale 2023.

L’Agenzia delle entrate non ha in principio nessuna obiezione ma pensa di introdurre un obbligo per le imprese, chiamate a decidere da subito e senza possibilità di cambiare idea in futuro, se desiderano cedere il credito a una banca o vogliono goderne direttamente. Due opzioni che spingono le aziende a pianificare nel dettaglio le proprie esigenze di cassa future. Un altro elemento a discapito dei nuovi cantieri lo offre il Corriere della Sera, ipotizzando una progressiva diminuzione di richieste di cessione del credito. Ipotizzando che i lavori iniziati in un condominio costino 50 mila euro e descrivendo quindi la situazione, in cui il Superbonus concederebbe un ristorno di 55 mila euro in quattro anni, il costo del denaro in aumento renderebbe poco appetibile il progetto dal punto di vista finanziario. Considerando che le spese dovrebbero essere anticipate da chi vi abita e che, al netto delle spese di amministrazione e dell’inflazione, l’operazione sarebbe poco proficua e lo sarebbe ancora meno con la cessione del credito il quale, nella migliore delle ipotesi, verrebbe comprato a 100, quindi a 50 mila euro. La situazione sarebbe ancora più pesante se il condominio facesse leva su un finanziamento ponte il cui costo è del 2-3%, quindi fino a 1.500 euro l’anno. In assenza di proroghe certe, di una maggiorazione dei fondi disponibili e, in assenza di regole chiare, può essere controproducente avviare lavori sotto l’egida del Superbonus. I rischi sono tanti e il pericolo che siano più dei vantaggi è in agguato.

A queste condizioni sembra poco lungimirante sfidare la fortuna.

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