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"Non sapete usare Alexa": ecco perché per Amazon è un problema

Alexa può fare molte cose ma viene usata per compiti al di sotto delle attese. Amazon vuole limitare le perdite ed è costretta a ridurre il personale. Cosa non sta funzionando

"Non sapete usare Alexa": ecco perché per Amazon è un problema

L’assistente vocale di Amazon sembra ben poca cosa davanti allo sconfinato impero di Seattle, fatto di ecommerce, di hardware, di servizi per il web e di servizi per il Cloud computing. Eppure, la crisi che sta attraversando Alexa è corresponsabile di una radicale riorganizzazione interna che può costare l'impiego al 3% della forza lavoro americana del colosso creato da Jeff Bezos, ossia circa 10mila persone.

Il New York Times si è soffermato sulla crisi dell’intero comparto tecnologico americano, mentre Business Insider ha approfondito la situazione della divisione di Amazon chiamata Worldwide Digital, nella quale – oltre ad Alexa – rientrano anche i servizi collegati come, per esempio, Amazon Prime Video. Nei primi tre mesi del 2022 la divisione ha fatto registrare perdite per oltre tre miliardi di dollari, cifre trascinate verso il basso dal flop concettuale di Alexa.

La situazione è questa: Alexa viene usata in un modo che Amazon non aveva previsto e così il colosso di Bezos fatica a monetizzare.

Il flop del potenziale di Alexa

Nel raccogliere le testimonianze di una decina di dipendenti della divisione Worldwide Digital, Business Insider ha raccontato la storia di quello che viene descritto come un colossale fallimento e, nel medesimo tempo, un’occasione persa.

Alexa è un’idea del fondatore di Amazon Jeff Bezos il quale, nell’immaginare l’assistente vocale, si è ispirato alla serie tv Star Trek e ne ha combinato le potenzialità di calcolo del proprio Cloud. Con il tempo si è così arrivati a un dispositivo dal costo molto contenuto e comandabile a voce. Un prodotto pensato per essere collegato ad altri prodotti o servizi, in grado di cambiare in meglio la giornata degli utenti e di costituire un asset profittevole per Amazon. Le cose però stanno andando diversamente.

Il potenziale c’è, ed è enorme. Con Alexa, Amazon mette a disposizione un ecosistema nel quale e attorno al quale terze parti possono edificare servizi e comodità di diverso genere: un supporto all’accesso alla sanità, servizi tematici che leniscono la solitudine e che stimolano l’inclusione, metodi di studio, interazione intelligente con dispositivi casalinghi come il controllo anche a distanza di illuminazione, riscaldamento, videocamere ed elettrodomestici. I servizi potenzialmente agganciabili ad Alexa sono pressoché illimitati ma, nonostante ciò, le persone continuano a farne un uso basilare, chiedendo all’assistente informazioni meteo o risposte a curiosità estemporanee, riducendone il ruolo a quello di intermediario tra l’uomo e i motori di ricerca.

Le abitudini di usare Alexa per effettuare acquisti su Amazon o di ordinare cibo da asporto non sono entrate nelle corde degli utenti i quali, pure facendo ricorso all’assistente vocale in totale decine di miliardi di volte l’anno, non ne fanno una fonte di introiti per Amazon.

La compagnia fondata da Bezos, così come riportato da Business Insider, vuole realizzare fatturato quando le persone usano Alexa, non quando la comprano. L’assistente vocale resta una hit delle vendite, ma nelle mire di Amazon non c’è quella di vendere l’hardware in sé, quanto renderlo profittevole al di là del prezzo di vendita.

I limiti di Alexa

La situazione è paradossale: Alexa vende bene ma chi la compra la usa al minimo delle proprie capacità e, d’altro canto, le aziende che possono elaborare servizi attorno alle potenzialità dell’assistente vocale latitano. Le persone dubitano delle potenzialità degli assistenti vocali e le imprese che ne possono fare uso per migliorare i rispettivi servizi cedono a questa logica, non contribuendo a fare in modo che gli utenti possano ricredersi. In mezzo a tutto ciò Amazon non ha saputo dare un indirizzo ai propri dispositivi, cedendo a richiami futili come Astro, il robot domestico comandabile tramite Alexa reo di servire a molto poco e di costare mille dollari.

Al di là delle critiche nelle quali Alexa inciampa di tanto in tanto (tra accuse di sessismo a causa del suo presunte genere femminile oppure facendo rivivere la voce dei defunti), Amazon ha anche altre responsabilità, per esempio spingendo in malo modo le skin di Alexa, piccoli programmi che permettono alle persone di arricchire l’esperienza d’uso dell’assistente vocale e che possono essere creati mediante un apposito servizio capace di soddisfare esigenze tanto scarse da fare apparire Alexa un giocattolo.

Alexa può fare molto, può essere una comoda interfaccia tra l'uomo e la sua quotidianità ma, a quanto pare, è la stessa Amazon la prima a non sapere bene cosa farne.

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