Europa

Dall’Ue attacco all’Italia: "Discriminati i diritti Lgbtq"

Dall’Ue attacco all’Italia: "Discriminati i diritti Lgbtq"

«Una decisione che porterà a discriminazioni nei confronti delle coppie dello stesso sesso e soprattutto dei loro figli» che fa parte «di un attacco più ampio contro la comunità Lgbtqi+». In sintesi, questo è il contenuto di una risoluzione presentata dall’europarlamentare Moritz Körner, membro del partito liberale tedesco e del gruppo Renew Europe, nel tentativo di condannare l’ormai famosa circolare del ministero dell’Interno che chiedeva al sindaco di Milano Giuseppe Sala di interrompere le registrazioni dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali. Dopo la mobilitazione delle «famiglie arcobaleno», culminate nella piazza davanti Palazzo Marino sposata anche dalla neosegretaria Pd Elly Schlein, e quella degli altri sindaci dem, il fronte si sposta così in Europa «dove la lobby Lgbt è molto forte» fa notare Carlo Fidanza, europarlamentare e capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo.

La risoluzione, che ha una valenza soltanto politica e non coercitiva, sarà discussa giovedì prossimo durante la mini plenaria a Bruxelles quando si voterà la relazione sull’attuazione dello stato di diritto in Ue: «Normalmente – spiega ancora Fidanza - è sempre stata usata contro Polonia e Ungheria, ma questa volta la sinistra vuole estenderla anche all’Italia per alimentare quel clima secondo cui nel nostro Paese, governato da Giorgia Meloni, verrebbero negati diritti fondamentali». Un attacco che nasce da un intergruppo parlamentare sempre molto attivo sui diritti Lgbt «che costantemente si muove per infarcire ogni testo che votiamo sulle questioni gender». E che si ricollega al regolamento presentato a dicembre dalla Commissione europea che vorrebbe rendere obbligatorio in ogni Paese il riconoscimento di figli registrati all’estero.

Una «forzatura» secondo Fidanza, una «violazione dei trattati» a cui la sinistra europea ha poi voluto legare la vicenda di Milano come casus belli di una battaglia più ampia, condotta anche a mezzo stampa e con un campagna via social dove si invitano i Popolari a votare la risoluzione per mettere in risalto la frattura con il governo italiano: «Ma il paradosso – commenta Fidanza – è che l’unica cosa legittima è la legge dello stato italiano» fatta applicare «peraltro sulla base di una sentenza della Cassazione. In Italia il governo non ha cambiato la normativa». Insomma, l’obiettivo è quello di «scardinare le resistenze dell’esecutivo di centrodestra che si oppone a questa deriva». Anche perché «la legittimazione tout court dei figli delle coppie omogenitoriali – aggiunge Fidanza – apre il campo al riconoscimento indiscriminato della pratica dell’utero in affitto, che è il contrario di quello che vogliamo fare noi».

L’unica vera soluzione «per porsi alla guida di un blocco di Paesi che si oppongono a scelte ideologiche» al momento rimane quella di vincere le elezioni europee del 2024 «e avere un presidio in Parlamento che ogginon c’è», visto che la maggioranza dei seggi è in mano al centrosinistra.

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