Europa

"Unire le forze". Perché sui migranti Italia e Francia non devono essere nemiche

Carlo Fidanza (FdI) e François-Xavier Bellamy (Les Republicains) mettono sul tavolo la necessità di collaborare apertamente per risolvere la crisi migratoria

Da sinistra: Carlo Fidanza, Marilù Lucrezio, François-Xavier Bellamy
Da sinistra: Carlo Fidanza, Marilù Lucrezio, François-Xavier Bellamy

"Scoppia" la pace tra Italia e Francia dopo la breve crisi sui migranti delle scorse settimane. A Strasburgo, in una mediazione tutta a destra, l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza e quello di Les Republicains François-Xavier Bellamy hanno messo in campo una conferenza congiunta dedicata alla necessità di collaborare apertamente per risolvere la crisi migratoria in forma comune. Del resto, sia Roma che Parigi applicano strategie fortemente orientate alla tutela dei confini: ed è su questo terreno che Fdi e Les Republicains, che spera di diventare partner di governo della coalizione macroniana, possono collaborare.

Fidanza e Bellamy hanno parlato alla conferenza Solidarietà, responsabilità e protezione delle frontiere. Oltre le dispute bilaterali, un approccio europeo alla migrazione, organizzata dal partito dei Conservatori e Riformisti Europei di cui fa parte Fdi e dal Partito Popolare Europeo dei gollisti francesi e moderata dalla giornalista Rai Marilù Lucrezio.

"Non è parlando di un partner europeo come di un nemico", hanno scritto Fidanza e Bellamy in un comunicato congiunto, "che otterremo dei progressi". Il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni hanno interesse a dialogare e parlarsi e i due eurodeputati vogliono facilitare il confronto sui temi. I due onorevoli hanno sottolineato le richieste dei rispettivi Paesi come legittime: "L'Italia ha sottolineato la giusta necessità di non essere lasciata sola nell'affrontare le enormi ondate di migranti, la maggior parte dei quali irregolari. La Francia, invece, ha interesse a prevenire i movimenti secondari di migranti illegali", tema su cui ha del resto firmato di recente con Londra un accordo per presidiare Calais e la Manica finanziata dal Regno Unito. Se da un lato "è giusto riaffermare la volontà comune di fornire protezione ai rifugiati che fuggono da guerre e persecuzioni, secondo le convenzioni internazionali, dall'altro è evidente che le politiche attuate finora hanno incitato i migranti economici a mettere a rischio la propria vita nelle mani dei trafficanti".

Emerge dunque la volontà di un approccio europeo. E Fidanza e Bellamy riprendono buona parte delle proposte che il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avanzato nel più recente Consiglio Esteri dell'Unione Europea. Netta distinzione tra i salvataggi in mare per cui l'Italia e i partner mediterranei si prodigano, spesso senza sostegno, da tempo e la questione dell'accoglienza dei rifugiati; attestazione del fatto che il problema migratorio sia di tale imponenza da riguardare non solo gli affari esteri ma anche quelli interni; rilancio della fermezza e del potenziamento di Frontex per contrastare il pull factor rappresentato dalla presenza in mare delle Ong, contrastare gli scafisti, evitare il maggior numero possibili di morti; richiamo esplicito alla cooperazione con l'Africa e alla partnership con i Paesi della sponda Sud per una risoluzione del problema; definizione di politiche per sostituire i centri di detenzione libici, dove spesso avvengono violazioni dei diritti umani, con centri di identificazione sotto la supervisione di organizzazioni internazionali in cui distinguere i meritevoli di asilo dai migranti economici. Questi i contenuti discussi nel simposio e al centro del comunicato congiunto Bellamy-Fidanza, che segna inoltre un banco di prova per la collaborazione a destra tra Popolari e Conservatori.

I due eurodeputati hanno proposto "nuove e più efficaci linee d'azione per proteggere le frontiere europee" e mostrano soddisfazione per il fatto che in vista del Consiglio Affari Interni di venerdì la Commissione abbia inviato la sua proposta: "Il piano d'azione - si legge nel documento in venti punti - propone misure per rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e tutti gli attori coinvolti nelle attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, avvalendosi del Gruppo di contatto europeo per la ricerca e il salvataggio annunciato nell'ambito del Nuovo Patto. Frontex, insieme agli Stati membri interessati, effettuerà una valutazione della situazione nel Mediterraneo centrale". Italia e Francia hanno interesse a portare all'attenzione dell'Unione europea la necessità di una soluzione collegiale e congiunta in quadro europeo. E la destra comunitaria di intestarsi le soluzioni al problema a lungo trascurato dalla Sinistra. Solo un asse Italia-Francia può bilanciare le spinte di Paesi non mediterranei che vorrebbero scaricare sui Paesi di primo ingresso la scelta delle politiche di risposta alla crisi.

Ciò di più lontano da una soluzione di buon senso tra le politiche che si possono immaginare.

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