Ferrara, davanti al locale 29enne muore di freddo "Nessuno lo ha soccorso"

Dopo una rissa Sahid Belamel, 29enne marocchino, viene lasciato privo di sensi davanti alla discoteca. E' morto di freddo: nessuno dei presenti lo ha soccorso. Tre persone indagate per la morte del giovane 

Ferrara, davanti al locale 
29enne muore di freddo 
"Nessuno lo ha soccorso"

Ferrara - Ferrara è sotto choc. Sahid Belamel, straniero e clandestino, è stato trovato morto dal freddo la mattina di San Valentino dopo essere stato per molte ore nudo e ferito ai bordi di una strada senza che nessuno lo soccorresse. Il ragazzo, non ancora trentenne, era stato brutalmente picchiato da tre persone che ora sono state iscritte nel registro degli indagati della procura estense.

Tre indagati per la morte Tre persone sono indagate per la morte di Belamel, il marocchino 29enne in corso di regolarizzazione, avvenuta nell’indifferenza generale fuori dalla discoteca. Il pm della procura estense Nicola Proto ha iscritto nel registro degli indagati il tassista ferrarese di 55 anni che non caricò il giovane sulla propria auto perchè troppo ubriaco; un ferrarese di 38 anni che lavora come addetto alla sicurezza nella discoteca per conto di una ditta esterna e un amico del marocchino, un suo connazionale di 24 anni, che l’avrebbe lasciato solo fuori dal locale nonostante le sue precarie condizioni. Per tutti il reato ipotizzato è l’omissione di soccorso seguita dalla morte. Non è escluso però che anche altre persone vengano indagate per l’accaduto.

La ricostruzione dei fatti Nella notte di San Valentino il magrebino era uscito dalla discoteca completamente ubriaco e nel suo girovagare senza meta era finito nel canale che costeggia via Cristoforo Colombo, nella zona industriale di Ferrara. Nessuno gli prestò soccorso. Verso le 8 di domenica mattina, il giorno di San Valentino venne trovato agonizzante lungo la strada da una guardia dell’istituto di vigilanza Securpol che allertò i soccorsi. Il giovane però morì subito dopo il ricovero in ospedale. L’arcivescovo Paolo Rabitti aveva parlato di "morte della pietà" paragonando l’episodio ferrarese alla parabola evangelica del Buon Samaritano: "Fui visto da molti e lasciato nello stato di abbandono, senza vestiti e malfermo e, perciò, abbandonato al suo destino.

Così anche Ferrara, dopo altre città, entra nel novero delle comunità umane ad alto tasso di disumanità. Così i giovani, che sembrano tutt’uno quando varcano le discoteche, nel momento in cui uno di loro sballa e 'sbiella', lo lasciano al loro destino".

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