Finanza sostenibile

Chi sono i campioni europei di sostenibilità

Un silenzioso gigante olandese dei semiconduttori è il campione europeo di sostenibilità. Ma ci sono anche altre imprese al top nel rating Esg

Chi sono i campioni europei di sostenibilità

L'aderenza delle aziende contemporanee ai parametri Esg (Environment, Social, Governance) appare oggigiorno cruciale per definire gli scenari di sostenibilità del prossimo futuro. Nella narrazione della finanza e nelle scelte dei governi la questione della sostenibilità si sta facendo strada e, vuoi per la natura di "bandiera" di questo tema vuoi per la necessità di presentarsi al meglio di fronte agli investitori, diversi gruppi stanno muovendosi per adeguarsi ai nuovi standard operativi.

Il rating di sostenibilità è destinato negli anni a diventare un driver sempre più importante nelle decisioni degli operatori e nelle canalizzazioni di finanziamento dal settore dei capitali al mondo delle imprese. Tanto più che stanno nascendo vere e proprie branche dell'analisi finanziaria specializzate nella classificazione della capacità delle imprese di gestire al meglio le politiche di sostenibilità.

Le aziende europee, in particolare, valutano i propri risultati nel campo sulla scia del MSCI Esg Rating. MSCI, importante consulente di rilevanza globale per gli investitori finanziari, ha mappato e radiografato il mondo delle imprese quotate nel Vecchio Continente assegnando a ciascuna di esse un valore paragonabile a quello degli analoghi rating finanziari, che va da un minimo di CCC (bassa affidabilità in materia) al massimo punteggio, la tripla A (AAA), per indicare quelle imprese impegnate a fare della transizione e della sostenibilità un obiettivo centrale delle loro strategie.

Su 2.900 imprese monitorate, solo il 5% (meno di 150) ottiene una tripla A e solo il 15% un rating di AA: le due fasce sono indicate da MSCI come facenti riferimento a altissima affidabilità delle strategie di sostenibilità. I punteggi minimi (CCC e B) assommano il 18%, segnalando le imprese a bassa credibilità in materia, mentre oltre i due terzi sono nella fascia mediana con diversi livelli di differenziazione.

Il rating analizza l'impegno delle società a porsi obiettivi sulla decarbonizzazione, sulla valorizzazione sociale degli investimenti, sulla riduzione degli sprechi; mostra come si posiziona ogni compagnia in settori come lo smaltimento dei rifiuti, l'ìinclusività della governance, la gestione dei processi rischiosi, la lotta al riscaldamento climatico. I migliori titoli sono addirittura segnalati come parte di un indice ad hoc, MSCI Europe ESG Leader, indicato come benchmark di riferimento.

Chi sono i campioni europei della sostenibilità? MSCI fa alcuni esempi di celebri gruppi.

Tra questi si segnala L'Oreal. Il colosso francese della cosmesi è dato in testa nelle compagnie appartenenti alla manifattura di prodotti chimici ed è premiato da una tripla A ottenendo l'ottavo posto in assoluto principalmente per il suo obiettivo di promuovere un piano di decarbonizzazione al 2030. Questo ha contribuito a dilatare i valori borsistici del colosso francese, che oggi scambia in borsa a 48 volte i valori attesi dell'utile per azione; 22 volte, invece, il rapporto Price/Earning per il colosso multinazionale tedesco Sap, unico vero e proprio campione europeo dei software, che spicca per le soluzioni di risparmio energetico nel cloud dati e l'inclusione interna.

Decima è invece Schneider Electric, l'azienda a sua volta transalpina che produce e propone prodotti per la gestione elettrica, sistemi automatici e software, risultando leader tra i gruppi industriali nel rating MSCI; tra le aziende energetiche è sempre una francese, Total, indicata in testa pressoché a pari merito con Eni. Quest'ultima è stata confermata, nella medesima rilevazione, al pari di Total con lo score A nel rating Msci Esg, classificandosi come Leader in Salute e Sicurezza e per le performance in ambito di emissioni di carbonio. Dal 2019, anche Enel è entrata tra gli Esg Leaders.

L'azienda in testa alla classifica del MSCI e che occupa la più grande quota relativa (6%) del MSCI Europe ESG Leader è il "gigante nascosto" d'Europa, ASML. Società in larga parte sconosciuta al grande pubblico, ASML è un attore olandese attivo nel cruciale settore dei semiconduttori. "capitalizzata circa 300 miliardi di euro ASML si contende, in relativo anonimato, il primato di maggior società europea con LVMH e Nestlé", nota Osservatorio Globalizzazione. "A confronto, Enel, prima italiana per capitalizzazione, supera di poco i 70 miliardi e l’intera borsa di Milano vale circa 800 miliardi.

Nonostante l’enorme valore di borsa, ASML impiega meno di 30.000 persone, un decimo di Nestlé. In questo ricalca le grandi aziende hi-tech americane che, pur dando lavoro a pochi, generano patrimoni immensi per i loro azionisti" e di cui ASML è uno dei maggiori fornitori: ASML, assieme alla taiwanese TSMC che usa i suoi macchinari di litografia, è divenuta anch’essa insostituibile per Apple, Google, e gli altri giganti americani, e la valorizzazione delle sue risorse interne gli garantisce il primato.

Tripla A e record nel campo della valorizzazione del capitale umano spingono in alto ASML, che performa al suo massimo ed è dunque tre volte campione: in termini strategici, per la rilevanza del suo lavoro; in termini finanziari, per l'elevata capitalizzazione, inusuale per il mercato europeo; nel campo Esg, dove è un'apripista.

E non è un caso che questi tre campi siano tra loro interrelati: la svolta Esg è oggigiorno una necessità inderogabile da far coesistere con l'attività ordinaria delle imprese.

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