Fintech a tutta velocità. Per il 2019 a livello internazionale la tecnofinanza e l'insieme di processi per automatizzare l'assicurazione, il commercio e la gestione del rischio, il trading sui mercati dei capitali e gli investimenti appaiono destinati ad essere la grande sorpresa in quanto a crescita di prospettive e, soprattutto, quantità di denaro interessate. La finanza digitale non è dunque solo nuova frontiera, ma realtà concreta e operante.
E in particolare il fintech spopola tra i millennials, tra i membri delle generazioni più giovani che, come rivela uno studio Accenture, sono i più motivati a sfruttare le novità che si prospettano sulla scia dell'innovazione e della nascita di attori giovani e dinamici.
In Italia il panorama fintech è egregiamente rappresentato da Moneyfarm, giovane e dinamica azienda attiva nella pianificazione di investimenti e protagonista della consulenza finanziaria di ultima generazione, essendo stata premiata per ben quattro anni di fila come miglior servizio nel ramo, e da Satispay, piattaforma di pagamento via smartphone che, tramite l’inserimento di codice IBAN e numero di cellulare, permette all’utente di effettuare transazioni di denaro senza carta di credito o di debito.
Fuori dai confini italiani, per fare solo un esempio, Hsbc e Goldman Sachs hanno deciso di partecipare all'ultima raccolta di investimenti, del valore complessivo di 20 milioni di dollari, dedicata alla piattaforma britannica Bud, una delle più promettenti nel settore, dimostrando di capire in anticipo a numerosi concorrenti la realtà del cambiamento rappresentato dal fintech, che potrebbe sul lungo periodo spiazzare il sistema bancario tradizionale grazie alla forza della disintermediazione e a una maggiore efficienza sistemica. Sul lungo periodo, in ogni caso, è più che probabile che tra i due mondi le divergenze finiscano per accrescersi, piuttosto che appiattirsi su una convergenza d'interessi.
Perchè proprio nelle maggiori distinzioni tra finanza tradizionale e finanza innovativa si concentrano quelli che sono riconosciuti come i punti di forza e i vantaggi competitivi del mondo fintech: la personalizzazione dell'offerta finanziaria attorno alle esigenze del cliente aumenta il grado di flessibilità del processo e delle transazioni; l'approccio digital first è invece pertinente a un sistema economico in continuo sviluppo ed è resiliente rispetto alle nuove opportunità offerte dall'interoperatività tra i dispositivi (IoT). La modernità delle pratiche e delle tecnologie utilizzate, infine, svincola il fintech dalla dipendenza da sistemi informativi e applicazioni obsoleti nel procedere delle attività (cosiddetto sistema legacy).
La forza del fintech è garantita dalla diversità rispetto alle piattaforme bancarie tradizionali, da un grado di elasticità maggiore e dal superamento delle difficoltà che molto spesso si frappongono per ottimizzare il rapporto tra cliente e istituto nella relazione banca-cittadino. Come ha scritto su Formiche Sebastiano Barbanti, advisor esperto in fintech, le stime pèr i primi sei mesi del 2018 segnalano che le aziende fintech e le start-up attive nel mondo hanno raccolto circa 58 miliardi di dollari, ben 20 in più rispetto all'intero 2017. Per il 2019, la sfida sarà "vedere istituzioni, incumbent e start-up impegnati a tenere il passo con questa rapida evoluzione, incorporando le capacità fintech in più ampi programmi di trasformazione digitale e puntando su specifiche verticali che rappresenteranno il futuro del settore", mirando al contempo alla riduzione dei costi operativi. Ribaltando il tradizionale paradigma del mondo bancario.
Le opportunità del fintech sono in continua espansione, come visto.
E mano a mano che il mercato si svilupperà, il cambio di paradigma tecnologico, la capacità di azione degli attori dinamici e leggeri attivi nel sistema fintech e la crisi di fiducia che avviluppa il settore bancario tradizionale potrebbero garantirgli margini di manovra crescenti a scapito dei settori tradizionali. Specie in Paesi come l'Italia che pagano in prima persona le inefficienze della propria finanza tradizionale.
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