
Tensione ai massimi lungo la linea di frontiera tra India e Pakistan, che taglia la regione del Kashmir. Le forze armate di Islamabad hanno riferito di aver “ucciso 40-50 soldati indiani” e di aver “fatto saltare in aria le installazioni militari sul confine de facto” in risposta al raid delle truppe di Nuova Delhi denominato operazione Sindoor.
L’esercito della Repubblica federale ha però negato il successo dell’attacco pakistano, affermando che il bombardamento con missili e droni “è stato sventato”, e ha dichiarato di aver neutralizzato un sistema di difesa area di Islamabad a Lahore e di aver preso di mira altri obiettivi in diverse località del Pakistan. Secondo quanto riferito, però, vi sarebbero comunque vittime civili sul lato indiano, 16 morti e 59 feriti, a cui va aggiunto un soldato ucciso mercoledì.
Il portavoce dell’esercito pakistano, il tenente generale Ahmad Sharif, ha dichiarato che Nuova Delhi ha lanciato altri attacchi contro il territorio del Paese islamico durante la notte e nel pomeriggio locale di giovedì, utilizzando droni Harop prodotti dall’israeliana Iai (Israel Aerospace Industries). Questa tipologia di velivoli senza pilota è una dei tanti a disposizione dell’arsenale indiano e possono operare su lunghe distanze.
La continuazione delle operazioni militari contro obiettivi in Pakistan è stata confermata dal ministro della Difesa di Nuova Delhi Rajnath Singh, che ha sostenuto come l’India abbia esercitato il suo “diritto di risposta” dopo l’attacco terroristico in Kashmir del 22 aprile. “L'azione è stata condotta con grande attenzione e misura. Si è limitata ai campi e alle altre infrastrutture utilizzate per l'addestramento dei terroristi, con l'obiettivo di minarne il morale”, ha affermato il ministro. “Come da piano, gli obiettivi sono stati distrutti e nessun civile è stato ferito”. Stando a quanto riferito da Singh, dall’inizio delle operazioni sarebbero stati uccisi 100 terroristi.
Sulla questione è intervenuto anche il primo ministro indiano Narendra Modi, che ha chiesto “allerta costante” e “comunicazione chiara” nei suoi primi commenti dall’inizio dell’escalation militare con il Pakistan.
Secondo quanto riportato dalla Cnn, durante una riunione di altro livello con gli altri membri del governo Modi ha sottolineato la necessità di coordinamento interno e di una forte resilienza per far fronte alle ostilità con il Paese confinante.
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