
Nella notte del 29 maggio, le forze ucraine di difesa e sicurezza sono riuscite a respingere con successo un attacco aereo condotto tramite droni russi nella regione di Odessa. Tale risultato è stato possibile grazie all’impiego di un sistema missilistico antiaereo mobile, frutto di uno sviluppo congiunto tra l’intelligence di Kiev e partner internazionali. Dotato di missili R-73, tale tecnologia ha individuato e abbattuto un drone a reazione di ultima generazione, probabilmente un modello Dan-M, che è poi precipitato nel Mar Nero. L’ addestramento degli operatori coinvolti in questo progetto è stato curato direttamente dagli specialisti dei servizi segreti militari ucraini, un elemento che ha contribuito in modo decisivo all’efficacia dell’intervento.
Cosa sappiamo sul drone Dan-M
Il Dan-M nasce come una variante modificata di un velivolo concepito originariamente come bersaglio aereo per esercitazioni e test dei sistemi di difesa. Prodotto dall’OKB Simonova, noto anche come Sokol Design Bureau, questo drone a getto è stato poi riconvertito in un’arma d’attacco a lungo raggio, impiegata nelle operazioni militari russe attraverso il lancio da postazioni situate in Crimea.
Le sue caratteristiche principali sono piuttosto interessanti: può volare per un tempo che varia tra i 25 e i 40 minuti, raggiungendo velocità comprese tra 400 e 750 km/h, con la capacità di operare fino a un’altitudine di 9.000 metri. Il peso al decollo si aggira intorno ai 345 kg e l’apertura alare misura 2,7 metri. Il motore turbojet MGTD-125E, che spinge questo velivolo, eroga una spinta pari a 125 kgf. Inoltre, il drone può essere guidato sia lungo rotte programmate sia attraverso il controllo radio, offrendo così una certa flessibilità operativa.
Le criticità industriali
Nonostante le buone caratteristiche tecniche, il progetto Dan-M ha dovuto fare i conti, però, con diverse difficoltà, soprattutto di natura gestionale e finanziaria. Fonti ucraine riportano che l’azienda produttrice è stata coinvolta in accuse di appropriazione indebita di fondi pubblici destinati allo sviluppo del drone, con l’arresto dei suoi vertici per frode. Nel 2021 la società è stata dichiarata insolvente e, nel 2024, si è proceduto alla liquidazione delle sue risorse.
Tali eventi hanno inevitabilmente interrotto la produzione e l’ammodernamento di questo tipo di armamento, che oggi appare più come un residuo di un programma ormai concluso. La decisione di convertire il drone in un missile da crociera improvvisato sembra quindi rispondere a una necessità contingente: colmare la carenza di armi più sofisticate e moderne.
Le incertezze sull’identificazione
Dall’analisi dei dati emerge come l’adattamento del Dan-M ad arma d’attacco rifletta una strategia volta a sfruttare i mezzi già disponibili per compensare la limitata disponibilità di missili da crociera ad alta precisione, che vengono impiegati regolarmente nel conflitto. Tuttavia, modificare un drone concepito come bersaglio e prodotto in serie limitata solleva ancora dubbi tra gli esperti, che si interrogano sull’efficacia e sulla convenienza di questa scelta.
Inoltre, l’identificazione precisa del drone utilizzato nell’ultimo attacco, al momento, non è del tutto certa, essendo basata sull’analisi di frammenti danneggiati. Alcuni analisti, infatti, hanno sottolineato somiglianze con il drone iraniano Karrar, un modello prodotto in serie, suggerendo che ulteriori approfondimenti potrebbero chiarire in futuro la natura di quest’arma.
Tale episodio evidenzia come il conflitto in Ucraina stia spingendo la Russia a ricorrere a soluzioni tecnologiche alternative, spesso improvvisate, pur di mantenere la pressione militare. Al contempo, la capacità di Kiev di sviluppare sistemi di difesa efficaci e di formare personale altamente qualificato dimostra il valore del sostegno internazionale e la resilienza delle sue forze armate.
L’evoluzione delle tecnologie adottate e l’uso di strumenti non convenzionali, invece, sottolineano la complessità e la dinamicità dello scenario strategico nell’area del Mar Nero, confermando, al momento, l’importanza fondamentale di questa regione nel contesto geopolitico globale.