La mente dell'attacco e i leader: tutti gli uomini chiave di Hamas contro Israele

Tra gli obiettivi di Israele non c'è solo la liberazione dei villaggi o degli ostaggi. Ora la sfida è anche riuscire a scovare i vertici dell'organizzazione che ha terrorizzato il Paese

La mente dell'attacco e i leader: tutti gli uomini chiave di Hamas contro Israele
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Liste con nomi e cognomi, bersagli in movimento, "target" da seguire e neutralizzare. L'agenda delle forze di sicurezza israeliane ora si concentra non solo sulla liberazione dei villaggi ostaggio di Hamas, ma anche sui vertici dell'organizzazione che ha ferito nel profondo lo Stato ebraico.

Si attiva anche lo Shayetet 13

Un primo assaggio si è avuto con l'annuncio da parte delle Israel defense forces della cattura di uno dei vertici delle forze navali di Hamas, il vice comandante della divisione meridionale Muhammad Abu Ghali. A compiere il blitz l'élite della Marina di Israele, lo Shayetet 13, tra i migliori incursori del mondo e che hanno la loro base nei pressi della fortezza crociata di Atlit. Ma l'operazione è solo il primo esempio di quello che potrebbe essere uno dei binari scelti dai comandi dello Stato ebraico per rispondere all'assalto di Hamas: quello di colpire i vertici e le menti di un attacco senza precedenti.

Il fantasma di Mohammed Deif

La mente dietro questo attacco è stata individuata in Mohammed Deif, lo stratega di Hamas, un'ombra la cui ultima foto risale a più di venti anni fa. Di lui si sa pochissimo, e anche l'intelligence israeliana lo bracca da anni. Ha tentato più volte di trovarlo ed eliminarlo. Ma sembra essersi trasformato in uno spettro, specialmente da quando nel 2014 un missile israeliano ha ucciso la moglie e i due figli di piccoli mentre erano in casa.

Da quasi trent'anni, è ai vertici militari dell'organizzazione che controlla Gaza. Conosce i segreti di Hasm e sa come gestire tutte le armi capaci di portare terrore nello Stato di Israele. Per i miliziani, un fantasma che è diventato un mito. Per Israele, un terrorista che da tempo è ritenuto il principale obiettivo del Mossad e di tutte le agenzie intenzionate a prenderlo, vivo o morto.

Yihia Sinwar: il braccio armato di Hamas sotto tiro

Insieme a lui, nella lista c'è anche Yihia Sinwar, capo di Hamas nella Striscia di Gaza. Il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, no ha usato mezzo termini: Sinwar, a detta del militare israeliano, "è un uomo morto" e "la leadership militare e politica di Hamas e tutte le sue strutture sono attaccabili e condannate". Una sentenza di morte che ha già avuto un primo effetto: alcuni media palestinesi riportano che la sua casa Gaza è stata colpita dal fuoco israeliano.

Per i comandi delle Idf e per il Mossad, Sinwar è un elemento essenziale nella strategia di questo attacco. Liberato nel 2011 insieme ad altri 1025 detenuti delle carceri israeliane, il boss di Hamas nella Striscia conosce l'ebraico, ha legami molto forti con il mondo esterno, e ha avuto contatti con i vertici politici e di sicurezza israeliani, che forse, come ricorda il Corriere della Sera, pensava di avere individuato in lui un uomo con cui poter trattare una tregua armata.

Marwan Issa, l'altro leader militare

Tra gli uomini di punta delle "forze armate" di Hamas c'è anche Marwan Issa, vicecomandante dell'ala militare dell'organizzazione che controlla Gaza. Già a marzo, l'uomo, di cui si sono perse le tracce ma che si sa essere al vertice delle brigate Izz ad-Din al-Qassam, aveva avvertito Israele di un "terremoto regionale" per eventuali cambiamenti nello status quo di Gerusalemme. Divenuto il leader dell'ala militare dopo l'uccisione di Ahmed Jabari da parte di un raid israeliano, oggi è uno degli elementi di spicco della blacklist dello Stato ebraico.

Ismail Haniyeh: il collegamento con l'Iran

Infine, c'è lui, Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas. Due giorni fa, mentre i miliziani della sua organizzazione seminavano il terrore in Israele, aveva annunciato trionfante: "Siamo sull'orlo di una grande vittoria e di una chiara conquista sul fronte di Gaza". La sua immagine mentre era impegnato a festeggiare con i suoi collaboratori e pregare per l'attacco che ha sorpreso lo Stato ebraico è diventata immediatamente virale.

È lui, insieme al capo della Jihad islamica palestinese, a essere contattato dal presidente iraniano Ebrahim Raisi, che gli ha confermato il sostegno di Teheran al "diritto del popolo palestinese all'autodifesa".

E la sua rete di alleanze e partnership, dal Golfo Persico al Libano, ha permesso ad Hamas di rafforzarsi militarmente più o meno nell'ombra, con accordi politici che hanno spesso superato anche le sfide regionali tra potenze rivali.

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